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Lampedusa, così bella
e così indecente

di Piero Innocenti

E’ da molti, troppi anni che si sente parlare di Lampedusa per via di migliaia di migranti che vi approdano autonomamente su imbarcazioni sgangherate o che vi sbarcano dopo essere stati soccorsi in mare da motovedette della Capitaneria, della Guardia di Finanza o da navi delle Ong. Ciclicamente l’hotspot dell’isola è al “collasso” avendo una ricettività massima di 400 posti e dovendone ospitare, in alcune giornate, anche più di 2.500 (oltre 3mila, in queste ultime ore).
Il continuo sovraffollamento di migranti determina, come si può immaginare, serissimi problemi sul piano dell’igiene individuale e collettiva non essendoci peraltro adeguati servizi, grave carenza nella pulizia degli ambienti, scarsa manutenzione in generale, tutte cose che dovrebbero essere assicurate da una Cooperativa ( aggiudicataria, a suo tempo, della gara di appalto), sanzionata più volte dalla Prefettura di Agrigento per diverse decine di migliaia di euro per inadempienze varie ma ancora lì a percepire oltre un milione di euro l’anno per la sua “attività”.
Qualcosa, forse, potrebbe cambiare a breve dopo la visita del 25 aprile scorso (improvvisa e non preannunciata, per rendersi conto di persona di come funzionava il centro) del Ministro dell’Interno che sconcertato e avvilito per quanto visto nell’hotspot ha parlato di un piano complessivo da fare urgentemente “perché sia più veloce possibile il trasferimento dei migranti” e, soprattutto, per garantire “un’accoglienza adeguata delle persone, costrette a vivere in condizioni non dignitose”. Piantedosi, ha anche annunciato la presenza di una task force del Ministero dell’Interno distaccata a Lampedusa per affrontare e risolvere con la dovuta sollecitudine le varie problematiche connesse agli arrivi dei migranti, ai loro successivi trasferimenti verso i vari centri di accoglienza dislocati nel Paese e agli altri problemi che si verificano quotidianamente (ma gli osservatori vari presenti nell’hotspot di Unchr e di Euaa, che contributi danno?).
Continuano, così, gli sbarchi (e le tragedie in mare con decine di morti e dispersi) con 38.898 migranti soccorsi nel 2023 alla data del 27 aprile (erano stati 9.673 nello stesso periodo del 2022), in gran parte provenienti dalla Costa d’Avorio (5.810), dalla Guinea (4.454), dall’Egitto (4.405), dal Pakistan (3.848), mentre proseguono le attività di identificazione per ben 8.898 persone. In uno scenario del genere si registra una sconcertante faciloneria e approssimazione, talvolta bassa speculazione politica, spesso ignoranza, quando si parla di sbrigativi sistemi da adottare nei confronti dei migranti (respingerli, rimpatriarli velocemente, bloccarli in Libia e Tunisia) per risolvere i molti problemi collegati ad un fenomeno complesso come quello delle grandi migrazioni. Occorre, invece, una grande sensibilità e umanità nell’affrontare questo tema con la consapevolezza di vivere in un mondo perennemente in movimento a causa delle guerre, delle persecuzioni, delle povertà, dei grandi cambiamenti climatici.

(© 9Colonne - citare la fonte)