di Paolo Pagliaro
Distinguere tra rischio reale e rischio percepito, categorie che spesso non collimano, è l’obiettivo del rapporto sulla sicurezza presentato stamane dal vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi e dal presidente di Eurispes. Gian Maria Fara. Il rischio reale è basato su dati oggettivi e misurabili. come quelli contenuti nel dossier sui reati commessi in Italia nel 2022, in netta diminuzione rispetto agli anni pre-pandemia. Dal punto di vista statistico i due anni di covid non fanno testo, perché eravamo tutti chiusi in casa, scippatori e rapinatori compresi. Continuano a diminuire gli omicidi: l’anno scorso 314, cioè la metà dei 632 registrati nel 2007. Ma più in generale sono diminuiti quasi tutti i reati, commessi per un terzo da stranieri e per due terzi da autoctoni. C’è meno paura di subire un furto in casa, che è sempre stata la principale preoccupazione degli italiani. Forse perché il 22% ha installato un sistema d’allarme, il 21% ha messo la grata alle finestre e il 20% ha blindato la porta. Sono invece esplosi i reati informatici, che oggi rappresentano la vera emergenza. Oltre un quinto di noi riferisce di essere stato vittima di truffe negli acquisti online, il 18% ha avuto a che fare con richieste di denaro ingannevoli, una percentuale analoga ha subìto il furto dei dati: nome, password, riferimenti bancari.. Un italiano su 10 ha dovuto fronteggiare il cyber stalking, e il 9% la violazione dell’account di posta elettronica. Dilagano le false identità e i virus informatici accompagnati da richieste di riscatto, si moltiplicano i ricatti porno. Dice il rapporto Eurispes-Viminale che è questa la nuova frontiera del crimine. Se ne parla poco perché il partito della paura ancora non sa come servirsene.
(© 9Colonne - citare la fonte)