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MARATTIN: SI’ AL PONTE
MA EVITARE GLI SPOT

Intervistato dal Tirreno, il deputato di Iv Luigi Marattin, che ha votato a favore del ponte sullo Stretto di Messina sottolinea che “l’opera serve, a determinate condizioni. La prima è che non sia una cattedrale nel deserto infrastrutturale ma serva a connettere tutta l’Italia con l’alta velocità. La seconda è che sia fatta chiarezza sulle risorse e il finanziamento, di spot elettorali ne abbiamo già visti troppi”. Crede sia fattibile finanziare l’opera visto che la stima dei costi è lievitata a 14-15 miliardi di euro e ancora non è stata disposta una singola copertura finanziaria? “Dei fondi della programmazione comunitaria, quelli per promuovere sviluppo, crescita e coesione, ogni 7 anni ne spendiamo solo un terzo, perché non sappiamo cosa farne degli altri. Sulle infrastrutture l’unico problema che non abbiamo sono i soldi”. Sulle affermazioni del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, il quale parla di 100mila posti di lavoro, l’avvio dei cantieri entro l’estate 2024 e 6 miliardi di risparmi, Marattin afferma di non avere “elementi per avallare o confutare; devo però confessare che non nutro particolare fiducia nel suo autore. In passato ha sparato così tante balle che non mi stupirei se tale stima non fosse accurata”. Il parlamentare sottolinea però che Italia Viva non ha sposato una linea governista: “siamo sempre stati a favore di rigassificatore, ponte, Alitalia, garantismo e così via: se ora Meloni su questi punti ha cambiato idea noi siamo ben felici di appoggiarla perché noi, a differenza sua, non l’abbiamo cambiata”. (26 MAG - deg)

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