di Paolo Pagliaro
Avremmo urgente bisogno di progetti, ma poiché siamo invece di nuovo nella stagione dei bilanci viene utile quello proposto da Salvatore Rossi, già direttore generale della Banca d’Italia e dunque in grado di offrire uno sguardo d’insieme sulle condizioni del nostro paese. Il suo libro pubblicato dal Mulino è un “breve racconto dell’Italia nel mondo attraverso i fatti dell’economia” e attraverso un confronto con Germania, Francia, Stati Uniti, Cina e Giappone.
Non ne usciamo molto bene. Abbiamo più difficoltà degli altri a far lavorare tutti i cittadini, soprattutto donne e giovani. E’ bassa la produttività, e quella che dipende da tecnologia e abilità dei manager negli ultimi anni è addirittura diminuita. Risparmiamo ancora poco, e questo per una società che invecchia non è prudente. I risparmiatori di tutto il mondo nutrono una fiducia parziale e venata di sospetto nei confronti dello Stato italiano quando emette titoli di debito. Riusciamo a vendere all’estero meno servizi sofisticati di altri paesi, servizi come quelli bancari e finanziari per esempio. Fra i beni tangibili, vendiamo pochi prodotti ad alta tecnologia. Le nostre imprese sono molto più piccole di quelle dei paesi con cui competiamo su tutti i mercati.
Ma Salvatore Rossi pensa positivo e ricorda che con l’estero abbiamo più crediti che debiti e che pur essendo il 25mo paese per popolazione, siamo il decimo per capacità produttiva. Prevede che la nuova globalizzazione avrà una taglia ridotta – con più Svezia e meno Vietnam - e questo ci aiuterà. E ricorda infine che nel nostro dna ci sono il Rinascimento e la capacità di combinare la manifattura con il buon gusto e il saper vivere. E pensa che questo alla fine potrebbe risultare decisivo, soprattutto se non sprecheremo l’opportunità irripetibile rappresentata dal Pnrr.