di Paolo Pagliaro
Le brigate di cittadinanza evocate da Beppe Grillo hanno procurato qualche brivido per via dei riferimenti ai passamontagna e alla clandestinità, frutto di una postura scenica che da anni vive di paradossi e provocazioni. Ma poiché in seguito si è parlato tanto di passamontagna e poco o niente di cittadinanza, la polemica è risultata surreale .
E’ noto in realtà che per essere cittadini a tutto tondo – e dunque per riparare panchine e marciapiedi, come suggerito da Grillo - non serve coprirsi il volto e agire di notte. Lo fanno in pieno giorno e a viso scoperto centinaia di migliaia di italiani, molti dei quali giovani e giovanissimi, che si prendono cura dei beni comuni e delle altre persone. A Grillo sarebbe bastato portare ad esempio la Romagna, dove nelle settimane scorse una marea crescente di cittadini è corsa a dare una mano alla popolazione alluvionata. . Da Bologna sono partiti gruppi di ultras di calcio e basket, e si è creata una piattaforma di intervento sociale con brigate – sì, brigate - di solidarietà attiva. A Ravenna l’Auser ha provveduto a coprire con un’assicurazione tutti i soccorritori. A Cesena un imprenditore digitale ha usato la app con cui organizzava concerti per incrociare domanda e offerta di volontari, e oggi l’applicazione Volontari Sos può contare su 41 mila iscritti che si sono messi a disposizione di 28 comuni. Un po’ ovunque centinaia di famiglie hanno aperto la porta delle loro case agli sfollati, e decisivo è risultato l’apporto dei volontari della protezione civile giunti da tutta Italia. Ora la Romagna ha bisogno che le promesse della politica si concretizzino, per evitare che si passi dai badili ai forconi, come diceva un post letto nei giorni scorsi.