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direttore Paolo Pagliaro

L’etica
svizzera

L’etica <br> svizzera

di Paolo Pagliaro

Dalla Russia stanno arrivando in Svizzera, via Londra, grandi quantità di oro. Dal 2021,  ne sono arrivate 110 tonnellate, per un valore di oltre sei miliardi di franchi, secondo i dati dell'Ufficio federale della dogana. Prima della guerra, ogni anno la Confederazione ne importava in media solo 20 tonnellate. Fuso nelle raffinerie del Ticino, il metallo smette di essere russo e diventa oro con il marchio di qualità svizzero. Dunque perfettamente commerciabile  e al riparto da sequestri e sanzioni.  

Sul sito Swissinfo c’è un interessante dibattito sui risvolti etici di questo import. Un giurista si chiede se in questo modo non si stia finanziando l’invasione dell’Ucraina.   Christoph Wild, presidente dell'Associazione  dei fabbricanti e dei commercianti di metalli preziosi risponde che "quest'oro non è sottoposto a sanzioni e non ha nulla a che fare con i princìpi morali. È stato infatti prodotto prima dell'inizio della guerra. Inoltre viene da Londra e non direttamente da Mosca”.  

Forse  per rimettersi in pari con l’etica, le autorità svizzere sono state tra le prime ad annullare i concerti di  musicisti russi, come è capitato alla violoncellista Anastasia Kobekina. Poco importa che si fosse pronunciata contro la guerra: la  sua nazionalità è stata ritenuta incompatibile con la linea della ben nota fermezza elvetica,  che prevede piccole deroghe solo in presenza di metalli preziosi.    

 

(© 9Colonne - citare la fonte)