L’11 aprile 1919, a Parigi, in seno al Trattato di Versailles, che sanciva la fine della prima guerra mondiale, veniva fondata l’International Labour Organization, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), parte integrante della Società delle Nazioni e che, dal 1946 diverrà la prima agenzia delle Nazioni Unite. Tra i primi sostenitori di una organizzazione internazionale tesa a regolamentare il lavoro erano stati Robert Owen, un gallese socialista e fondatore del primo, di breve durata, sindacato britannico, nel 1833; Charles Hindley, un filatore di cotone divenuto parlamentare britannico tra il 1853 ed il 1857 e Daniel Legrand, un industriale francese, filantropo e scrittore. Le loro lotte sociali, superati i disastri della Grande Guerra, ora ritornavano con forza in un mondo bisognoso di stabilità che non voleva correre il rischio di vedere esplodere la rabbia dei lavoratori, a fronte della crescente industrializzazione, come avvenuto nella Russia del 1917 e in Germania e nell’Austria Ungheria verso la fine della guerra. L’Ilo vide il suo atto fondativo scritto da una commissione di rappresentanti di nove paesi - Belgio, Cuba, Cecoslovacchia, Francia, Italia, Giappone, Polonia, Regno Unito e gli Stati Uniti -, presieduta da Samuel Gompers, capo della la Federazione Americana del Lavoro (Afl). La prima Conferenza annuale internazionale del lavoro, l’organo assembleare che adotta le norme internazionali del lavoro., si tenne a Washington nell'ottobre del 1919. L'estate seguente aprì il suo segretariato permanente a Ginevra. Nel 1969, in occasione del suo 50.mo anniversario, l’Ilo - cui oggi aderiscono 179 Stati - è stata insignita del Premio Nobel per la Pace.
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