di Paolo Pagliaro
Mancano un milione e mezzo di lavoratori e per trovarne qualcuno – qualcuna – in Germania stanno pensando di togliere la pensione alle vedove, spingendole così a cercarsi un’occupazione. L’ideona è venuta a Kevin Kühnert, 34enne segretario generale dei socialdemocratici, che in teoria dovrebbero essere il partito del welfare e della protezione sociale. Nella Spd, Kühnert viene persino presentato come il leader della corrente di sinistra.
Leggo questa notizia e penso a quanto siano più moderni i conservatori della Volkspartei, il partito di ispirazione popolare che governa da sempre l’Alto Adige. Essendoci lì 13.618 persone disoccupate, di cui 5.444 uomini e 8.174 donne, nel complesso il 2,7% degli occupabili, la Provincia autonoma ha deciso di stanziare ogni anno una discreta somma (a regime 3,2 milioni) destinata alle imprese che offrono formazione, consulenza e orientamento ai disoccupati iscritti nei Centri per l’impiego. Verranno incentivati e in vario modo premiati inserimento e reinserimento lavorativo, aggiornamento (upskilling) e riqualificazione (reskilling). In considerazione delle peculiarità del mercato del lavoro altoatesino, una corsia preferenziale sarà riservata ai corsi di lingua e a quelli per colmare il divario digitale. Si chiamano politiche attive del lavoro e presentano diversi vantaggi, compreso quello di far crescere l’occupazione senza togliere la pensione alle vedove.