Il 22 aprile 1864 l'attuale motto nazionale degli Stati Uniti di "In God We Trust" (Noi confidiamo in Dio) appare per la prima volta su un 2 cent di bronzo, moneta emessa durante la guerra civile americana. Apparirà poi sulle banconote – con la contrarietà del presidente Roosevelt (1901–1909) che non gradiva leggere il nome di Dio sul vile denaro - insieme a quello che fino ad allora era considerato il motto ufficioso della nazione: “E Pluribus Unum” ("Da molti, uno") riferito ai 13 Stati che formarono i primi Stati Uniti e che venne scelto dal comitato che doveva decidere lo stemma della nuova confederazione, nel 1776, all’inizio della Rivoluzione americana e che comparve sul Gran Sigillo degli Stati Uniti nel 1782. In questo singolare “derby” la spunterà infine “In God We Trust” che verrà ufficializzato quale motto nazionale con un atto del congresso del 1956, in piena Guerra Fredda e propaganda contro l'ateismo sovietico. “In God We Trust” sarebbe tratto dalla terzultima strofa di “The Star-Spangled Banner” (La bandiera adorna di stelle), il canto patriottico tratto da un poema del 1814 di Francis Scott Key e adottato come inno nazionale statunitense il 3 marzo 1931) ma si crede che possa essere stata coniata dal segretario personale di Abraham Lincoln, John Milton Hay, che si era laureato alla Brown University, il cui motto era “In Deo Speramus”. Il 4 novembre 2011 la Camera dei Rappresentati ha approvato una risoluzione di Randy Forbes, con 396 votanti (la maggioranza repubblicani) a favore contro 9 contrari, una risoluzione in cui si ribadisce che “In God We Trust” è il motto nazionale. Già nel 2006 il Senato aveva approvato una risoluzione simile. Intorno al motto da diversi anni è infatti in corso un dibattito tra u fautori e chi sostiene che contravvenga il Primo Emendamento della Costituzione che sancisce la libertà religiosa. Dal 2007 i dollari presidenziali, le monete celebrative da 1 dollaro emesse per ricordare gli ex presidenti degli Stati Uniti, hanno sollevato diverse critiche proprio per la presenza sul bordo delle scritte "In God We Trust" e "E pluribus unum". La prima di queste monete, entrata in circolazione il 15 febbraio 2007, ebbe un errore di conio: 80mila dei 300 milioni di esemplari emessi non presentavano le celebri scritte: per questo vennero definite le “monete senza dio”
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