Il 24 aprile 1967 muore il primo cosmonauta nello spazio. Vladimir Komarov, 40 anni, perde la vita nella fase di rientro sulla terra a bordo della Soyuz 1, lanciata un giorno prima. Secondo le rivelazioni contenute nel libro “Starman” di Jamie Doran e Piers Bizony, già da molte ore, a causa dei numerosi problemi verificatisi a bordo, Komarov sapeva che non sarebbe uscito vivo dalla missione. Il libro sostiene anche che funzionari della intelligence Usa, che ascoltavano i messaggi della missione spaziale da una base nei pressi di Istanbul, avrebbero sentito prima il cosmonauta piangere e poi le sue grida quando nella discesa della navicella il paracadute non si aprì. Komarov lascia la moglie e due figli, di 16 e 9 anni e ottiene il titolo onorario di Eroe dell'Unione Sovietica e dell'Ordine di Lenin e l’onore di avere le sue ceneri poste presso il muro del Cremlino, lo stesso che verrà poi riservato a Yuri Gagarin (che il 12 aprile 1961 era diventato, a 27 anni, il primo uomo ad orbitare intorno alla Terra), il quale morirà due anni dopo in un incidente aereo. Lo stesso libro sostiene che Gagarin, che era molto amico di Komarov, avrebbe fatto appello ai funzionari del Kgb per convincere Breznev a fermare la missione che si sarebbe rivelata suicida a causa delle cattive condizioni della navicella spaziale. Addirittura il giornalista russo Yaroslav Golovanov avrebbe riferito che lo stesso Gagarin si sarebbe presentato sulla pista di lancio, in tuta spaziale, per prendere, inutilmente, il posto del compagno. Il nome di Komarov è stato dato ad un cratere lunare, all'asteroide 1836 scoperto nel 1971 ed alla scuola di aeronautica militare di Yeisk.
(© 9Colonne - citare la fonte)