di Paolo Pagliaro
Cosa rischiamo di perdere se non si arresta la fuga di medici e infermieri, e se non si rifinanzia il servizio sanitario ce lo racconta l’indagine di Newsweek che ha valutato 2300 ospedali in 28 paesi del mondo e ha selezionato i migliori. La notizia è che nelle graduatorie dominate come sempre dalle strutture sanitarie americane gli ospedali italiani sono presenti in tutte le specialità e in ottima posizione. Per l’oncologia, in una classifica che comprende 300 ospedali, gli italiani sono ben 21: l’Istituto europeo di oncologia è sedicesimo, l’Istituto nazionale dei tumori 19esimo, poco sotto c’è il Policlinico Gemelli. Per la cardiologia, tra i primi ci sono il Monzino di Milano, il San Raffaele, il policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna. È quindicesimo al mondo l'Istituto Carlo Besta di Milano per quanto riguarda la neurologia, mentre nella graduatoria dei centri ortopedici il Rizzoli di Bologna è il numero 8. È nono per la pediatria il Bambino Gesù di Roma, l'Azienda ospedaliera di Padova è citata tra i migliori per le terapie urologiche. Nelle diverse classifiche ci si imbatte più volte nel Niguarda (citato 10 volte), nell’Humanitas, nelle Molinette, nel Gaslini, nel Sant’Andrea. Gli ospedali italiani sono più citati di quelli spagnoli, francesi e britannici.
È un prestigio che le strutture di cura condividono spesso con i ricercatori. Giorni fa a San Diego, in California, la start-up Bloom Science ha annunciato un farmaco che può risultare decisivo nella cura della Sla e della sindrome di Dravet, una forma devastante di epilessia infantile. Paolo Baroldi è il medico italiano che guida la start-up. Scrive Fortune che il suo approccio innovativo sembra avere un enorme potenziale nel campo della medicina.