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direttore Paolo Pagliaro

“Estinzione”: a Pescara le opere di Sabino de Nichilo

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“Estinzione”: a Pescara le opere di Sabino de Nichilo

Quando l'arte riflette sul futuro del pianeta e della natura: lo spazio indipendente 16 Civico di Pescara ospiterà la mostra "Estinzione" di Sabino de Nichilo, a cura di Nicoletta Provenzano, prevista dallo scorso 16 settembre fino al 14 ottobre. De Nichilo, in un progetto site specific che unisce opere ceramiche e dipinti, vuole trasportare verso trasformazioni ibride, nate oltre lo scenario della sesta estinzione di massa, dove la materialità di corpi compositi si staglia nei luoghi del quotidiano. In un passato abitativo che appare superstite e lascia emergere il passaggio del tempo, la genesi di nuove forme in materia duttile e lucida invade e si appropria degli spazi, ripopolando un habitat di rovine e macerie. Scrive la curatrice: "Le sculture ceramiche, articolate come vite silenti e rizomorfe appartenenti alle zone d’ombra, alle profondità dell’humus, si evidenziano come conformazioni intricate e sinuose che dominano e colonizzano prepotentemente anche lo sguardo in diramazioni anarchiche, ma ritmiche, trattenendo il loro enigma, la loro mutualistica esistenza unita al dissimile, formante un ecosistema autonomo e dinamico. L’artista, nella sapienza e padronanza tecnica, approda ad una libertà formale virtuosa e intrigante, esteticamente barocca, che coglie le fragilità e caducità della physis insieme all’audacia e determinazione concreta con cui si violano i confini dell’equilibrio, dove la distruzione della simmetria e proporzione armonica conduce a nuove cognizioni e congiunzioni d’insieme, tra mirabilia e dramma. Le opere pittoriche nel turbine di cromie e nel tratto fluido di viluppi miceliari appaiono come sistemi radicanti vegetativi trasposti dall’universo ctonio in esuberanze coloristiche vivide, un ordine nascosto di fitte reti intercomunicanti che procedono e prolificano rimescolandosi in turbolenze e connessioni vivifiche imprevedibili. Sabino de Nichilo porta in luce un mondo ignoto e stupefacente in espansioni cromatiche veloci, interludi alla pratica scultorea che raggiungono un’acme linguistica fantasmagorica intrinseca alla ricerca". (gci)

A CARPI (MO) PER SCOPRIRE L'ARTE DI EMILIO ISGRO'

Una mostra alla scoperta di Emilio Isgrò: dallo scorso 15 settembre fino al 10 dicembre, Palazzo dei Pio di Carpi (MO) si inserisce nel palinsesto di Festivalfilosofia 2023 (15-17 settembre) con la mostra "Emilio Isgrò - Sillogismo del cavallo", che raccoglie 47 opere tutte inerenti al mondo della filosofia, a testimoniare l’intenso rapporto avuto dal maestro con questa disciplina a partire dagli anni Sessanta. A queste si aggiunge la serie dedicata a Pico della Mirandola, con l'uso della tecnica nota come cancellazione su venti volumi delle Conclusiones, realizzata nel 2014 e in questa occasione esposta nel Palazzo dei Pio. Curata da Chiara Gatti e Marco Bazzini e prodotta dal Comune di Carpi - Musei di Palazzo dei Pio, con il contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Carpi e la collaborazione dell’Archivio Emilio Isgrò, l'esposizione è allestita negli splenditi ambienti del loggiato di Palazzo dei Pio. Tramite il gesto (di sola apparente) rimozione, Isgrò ha ideato una formula creativa che ha scosso, al pari di Lucio Fontana o Yves Klein, il sistema dell’arte a partire dagli anni Sessanta, con la sua pratica di intervenire su testi e altri materiali a stampa coprendone manualmente grandi porzioni. E, indirettamente, esaltando quelle rimaste. Lo stesso procedimento applicato alle 47 opere in mostra, con la particolarità che queste trattano argomenti prettamente filosofici. Attraverso una selezione che spazia dal 1966 ad oggi, il percorso espositivo si distribuisce seguendo l'indicazione della grande tela iniziale Freccia bianca in campo nero, permettendo di esplorare il contenuto filosofico delle opere, ridotto a sentenze, precetti e aforismi, il quale sottolinea ancor di più il valore intrinseco della cancellatura. In occasione della mostra sarà realizzato da Franco Cosimo Panini Editore un catalogo che approfondirà il tema proposto con saggi dei curatori, un intervento del filosofo Silvano Petrosino e uno scritto di Isgrò. Tra gli indiscussi protagonisti della scena artistica internazionale del secondo dopoguerra, Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937) è il padre della cancellatura, un atto che cominciò a sperimentare nei primi anni Sessanta e che ancora oggi mantiene la stessa vivacità e audacia creativa. È il 1964, infatti, quando l’artista inizia a realizzare le prime opere intervenendo su testi, in particolare articoli di giornale e pagine di libri, coprendone manualmente una grande parte sotto rigorose griglie pittoriche. Nel tempo questo gesto ha investito carte geografiche, telex, spartiti musicali e immagini, anticipando le espressioni più tipiche dell’arte concettuale e rivelandosi estremamente attuale. Isgrò si è dedicato alla poesia visiva nel doppio ruolo di teorizzatore e artista. Nel 1966 si è tenuta la sua prima personale presso la Galleria 1 + 1 di Padova, cui hanno fatto seguito numerose mostre presso la Galleria Apollinaire, la Galleria Schwarz, la Galleria Blu a Milano, La Bertesca a Genova e la Galleria Lia Rumma a Napoli. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1972, 1978, 1986 e del 1993, quest’ultima con una sala personale, e nel 1977 ha vinto il primo premio alla Biennale di San Paolo. A partire dalla suggestiva antologica curata da Achille Bonito Oliva nel 2001 negli spazi di Santa Maria dello Spasimo (Palermo), Isgrò è stato protagonista di diverse esposizioni personali. Nel 2019 una monumentale mostra antologica a cura di Germano Celant si è tenuta alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Nel 2022 l’artista è intervenuto negli spazi della Fondazione Brescia Musei con l’esposizione Isgrò cancella Brixia a cura di Marco Bazzini. Ad oggi, le opere di Isgrò figurano nelle collezioni di prestigiose istituzioni nazionali e internazionali quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il MART di Rovereto, la collezione d’arte del Quirinale a Roma, il Centre Georges Pompidou di Parigi, i Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles, l’Israel Museum di Gerusalemme e il Tel Aviv Museum of Art. Di inconfondibile rilievo è anche la sua attività di poeta, scrittore e drammaturgo, che ha dato esito a diverse pubblicazioni. (gci)

A PADOVA L'ARTE DI FUSE* TRA SOGNI E MACCHINE INTELLIGENTI

Tra sogni e macchine intelligenti: dallo scorso 16 settembre fino al 15 ottobre, la Fondazione Alberto Peruzzo di Padova riapre la sua stagione espositiva presso la padovana ex Chiesa di Sant’Agnese con la mostra “Onirica ()” di fuse*, studio artistico multidisciplinare. L’esposizione, presentata in anteprima italiana a Padova, esplora la capacità creativa della mente umana durante il sonno e le potenzialità espressive delle macchine intelligenti. L’installazione abiterà l’intera navata dell’ex chiesa attraverso un sistema di proiezioni e audio diffusi: un’esperienza immersiva e polifonica che, grazie all’utilizzo di algoritmi di apprendimento automatico capaci di tradurre in immagini contenuti testuali, riunisce le visioni notturne in un flusso continuo di immagini in movimento, mettendo in luce riflessioni inedite sul rapporto tra essere umano e macchina, tra strumento e creatore. Protagonista sempre più comune di ricerche scientifiche, la dimensione onirica è oggetto di molti studi che hanno lo scopo di comprenderne l’origine, le caratteristiche e la funzione evoluzionistica. “Onirica ()” nasce proprio attraverso la collaborazione con due Banche dei Sogni, quelle dell’Università di Bologna e dell’Università della California Santa Cruz: grazie all’incontro con i ricercatori è nata la possibilità di trasformare i dati in elementi narrativi, i racconti in visioni, elaborando un progetto che metta in relazione l’approccio scientifico con la fluidità e la mutevolezza creativa dell’attività onirica. “Onirica ()” trasforma in esperienza collettiva i racconti di volontari che hanno partecipato a sessioni di ricerca delle due Università. Scelte tra 28.748 sogni, le trame oniriche come una serie di cortometraggi fluiscono l’una nell’altra, ricalcando la cadenza reale di sogni NREM e REM nel corso di una notte di sonno. Le sequenze sono generate artificialmente da un sistema di apprendimento automatico che traduce il testo del racconto in visioni che scompaiono una nell’altra e danno vita a personaggi, oggetti e paesaggi. Questo continuo flusso sintetico di coscienza trova la propria veste estetica grazie alla collaborazione tra macchina ed essere umano. Con questa mostra, la Fondazione Alberto Peruzzo vuole sottolineare il legame con la città di Padova e la sua tradizione scientifica, dove spesso studi legati alla psicologia e alla percezione si sono incontrati con il mondo dell’arte. (gci)

“THE CIRCLE”: A TORINO LE FOTO DI LUCA LOCATELLI

Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 21 settembre al 18 febbraio 2024 alle Gallerie d’Italia - Torino la mostra "Luca Locatelli. The Circle" a cura di Elisa Medde e realizzata col supporto specialistico della Ellen MacArthur Foundation - la maggiore fondazione al mondo impegnata a sostenere la Circular Economy e di cui Intesa Sanpaolo è dal 2015 l'unica financial institution con il ruolo di strategic partner - con la collaborazione di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo. Il percorso espositivo, con oltre 100 fotografie e contributi video, offre un viaggio attraverso l’Europa della sperimentazione e dell’avanzamento industriale sostenibile, toccando temi come la geotermia, il riciclo tessile, la riconversione di aree industriali dismesse e l’alimentazione. Le storie raccontano esperienze reali di Nature Based Solutions in Paesi come Danimarca, Germania, Islanda, Italia, Norvegia, Romania, Spagna e Svizzera, solo per citarne alcuni. Si tratta di azioni intraprese per proteggere, sostenere e ripristinare gli ecosistemi naturali, che quando applicate ai modelli industriali e produttivi hanno la potenzialità di innescare quella trasformazione culturale (Cultural Transformation) necessaria per cambiare il corso delle cose. (gci)

A MILANO IN DIALOGO DIPINTI DI EMANUEL SEITZ E SCULTURE DI ASTRID BAUER

Tra pittura e scultura: Cadogan Gallery di Milano ospiterà “Oggi, no performance”, una mostra che mette in dialogo i dipinti di Emanuel Seitz con le sculture di Astrid Bauer, prevista dal 26 settembre al 27 ottobre. I due artisti, per la prima volta esposti in Italia, sono di base a Monaco, dove condividono lo studio influenzando le reciproche ricerche e sperimentazioni. Il titolo della mostra gioca sull’espressione “Oggi non c'è nessuna performance” spesso scritta fuori dai padiglioni della Biennale di Venezia per avvisare il pubblico dell’assenza di eventi, ma a un livello più profondo sta a significare che i lavori proposti traggono la propria forza nella materialità, senza bisogno di ulteriori spiegazioni, sovrastrutture e, per l’appunto, performance. (gci)

NELLA FOTO. Sabino de Nichilo, Estinzione - Esperimento n. 3, 2021, grès smaltato e invetriato, lustri oro e platino, gomma.

(© 9Colonne - citare la fonte)