Si è conclusa la due giorni dedicata al Turismo delle Radici a Matera, nell’ambito della seconda edizione di Roots-in, primo evento internazionale di settore dedicato al tema del turismo di ritorno nella terra d’origine. E proprio oggi, sempre a Matera, si è svolto il Tavolo Tecnico sul Turismo delle Radici, coordinato da Giovanni Maria De Vita, responsabile del Progetto “Turismo delle Radici” presso la Direzione Generale Italiani all’Estero del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. Un incontro, quello di oggi, che ha visto la sinergia tra rappresentanti dei territori, operatori turistici, genealogisti, esperti del settore, per arrivare alla creazione delle linee guida per la nuova offerta turistica dedicata agli italiani e agli italo-discendenti all’estero. “É importante che il turismo delle radici esca dal suo ambiente teorico e porti in contatto tutti i soggetti che se ne occupano”, ha dichiarato De Vita in apertura. Importante, secondo il responsabile del progetto sul Turismo delle Radici, “fare rete” non solo tra istituzioni, ma anche “con le Regioni, che hanno un ruolo fondamentale” e “con i Comuni, cruciali perché destinazione finale del viaggio delle radici”. Il progetto MAECI è importante per “richiamare l’attenzione sul fenomeno dell’emigrazione italiana” e si basa su due punti chiave, spiega De Vita, “la preparazione di un’offerta turistica che venga incontro alle esigenze di chi intraprende questo tipo di viaggio alle origini e, in seguito, l’organizzazione di una campagna di comunicazione”. “Siamo allo snodo fondamentale per il progetto sul Turismo delle Radici”, ha detto Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie della Farnesina, evidenziando come sia “il momento di chiudere con enti, tour operator e con le diverse realtà all’estero, preparando l’offerta turistica e portando nel Paese gli italiani e gli italo-discendenti in vista del 2024”. Il direttore Vignali ha, inoltre, sottolineato come quello del turismo di ritorno sia un “tema attuale di discussione presente e un’opportunità che molti vogliono cogliere” e quanto sia rilevante per dare “ai circa 800 comuni e borghi che hanno aderito al progetto la possibilità di crescere”.
Diversi gli argomenti affrontati nel dibattito odierno, tra cui la programmazione di incontri regionali e locali per affrontare i dettagli del progetto del Turismo delle Radici, così come l’obiettivo di dedicare attenzione alla formazione dei tour operator stranieri; tra gli altri focus del progetto, offrire opportunità di business a quelle attività che lavorano solo su base stagionale e porre in essere la creazione di un’offerta turistica che sia dedicata anche ai tratti esperienziali, tra working holidays e la scoperta delle tradizioni che compongono la storia del Belpaese. Necessario, come evidenziato da Maria Tirabasso, della Segreteria del Consiglio dei Molisani nel Mondo, “sentire i corrispondenti delle consulte degli italiani nel mondo o chi si occupa di emigrazione”. “Stiamo analizzando - ha chiosato De Vita - la possibilità di favorire l’accesso al progetto a coloro che si occupano di ricerca genealogica”, per favorire la ricerca di documenti che permetta, soprattutto agli italo-discendenti, di “muovere il primo passo verso il loro viaggio in Italia”. “C’è un grande potenziale di crescita e dobbiamo fare gioco di squadra”, ha dichiarato Salvo Iavarone, presidente Asmef. Il progetto ha ricevuto l’appoggio anche dal comitato di Assocamerestero che, come ha spiegato la delegata Pina Costa, vede nel turismo delle radici “un’opportunità per portare business sul territorio”, perché il turista di ritorno potrebbe portare “nuova linfa economica sul territorio, grazie ad eventuali investimenti dall’estero”. Tra gli altri affiliati al Tavolo Tecnico erano presenti i delegati regionali, le Pro loco italiane, gli enti del terzo settore, nonché il direttore generale di APT Basilicata Antonio Nicoletti. (nog - 22 nov)
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