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Ue, Bergamini: serve unico presidente consiglio ue-commissione e difesa comune

Roma, 9 apr - “L'ordine globale sta cambiando e sta cambiando a una grandissima velocità. E l'Europa non può rischiare di regredire perché siamo convinti che ci vorrà più Europa: la culla della democrazia, la culla della libertà, dell'individuo, dei diritti, dovrà giocare un ruolo più importante, non minore. Per fare questo, però, occorre che l'Unione europea cambi, faccia i conti con se stessa e anche con le proprie inefficienze. Il meccanismo di presa delle decisioni deve diventare più efficace, più coerente con i tempi che cambiano rapidamente, l'Europa deve rimanere una potenza economica e per fare questo deve fare in modo che sia garantita la competitività delle proprie imprese, delle proprie eccellenze, della propria agricoltura, della pesca. Quindi dovrà un po’ cambiare il modo di pensare se stessa”. Così Così Deborah Bergamini, vicesegretaria di Forza Italia alla presentazione del libro di Marco Reguzzoni “Europa o fine delle civiltà?”. “Noi riteniamo che sarebbe importante arrivare all'elezione diretta di un unico Presidente: del Consiglio europeo e della Commissione europea assieme – spiega Bergamini - riteniamo che il Parlamento europeo debba avere una vera e propria iniziativa legislativa, riteniamo che non si possa prescindere dalla costruzione di una sicurezza e difesa comune e da una voce sola in termini di politica estera: così potremo veramente determinare il futuro dello scacchiare geopolitico”. Finora l’Europa è stata, come si suol dire più realista del re n economia, magari ponendosi dei vincoli interni che non avevano come corrispettivo vincoli a merci provenienti dall'esterno? “Sì, potremmo dire che siamo stati in qualche maniera, senza volerlo, più generosi con altre economie, magari in fase di di grande crescita, e invece più restrittivi con la nostra. Cercando, naturalmente con uno spirito positivo, di rendere l’Europa virtuosa anche in termini di transizione energetica, in termini sociali e in termini morali. Però questo ha determinato purtroppo un indebolimento della nostra capacità di competere e un rafforzamento qualche volta anche improprio, di queste altre economie nei confronti della nostra. Dobbiamo trovare sicuramente un riequilibrio”.

(PO / Sis)

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