di Paolo Pagliaro
Nel nostro tempo il sanguinoso massacro del Bangladesh ha cancellato in un secondo l’invasione della Cecoslovacchia; l’assassinio di Allende ha soffocato i rantoli del Bangladesh; la guerra nel Sinai ha fatto dimenticare Allende; il genocidio in Cambogia ha fatto dimenticare il Sinai; la seconda guerra del Golfo ha fatto dimenticare la prima; la guerra del Kosovo ha fatto dimenticare quelle del Golfo; l’attentato alle Torri Gemelle ha fatto dimenticare il Kosovo; la guerra anglo-americana in Iraq ha fatto dimenticare quella in Afghanistan; e così via, con sempre nuove guerre che scacciano altre guerre, forse con la sola eccezione del conflitto tra Israeliani e Palestinesi, che invece attraversa gli anni e i decenni con immutata ferocia. In molti di questi luoghi c’era Bernardo Valli, gigante del giornalismo, che oggi ha 94 anni, vive a Parigi, e ha smesso da poco di raccontare il mondo ai lettori del Giorno, della Stampa, del Corriere, di Repubblica e dell’Espresso. Valli non è stato solo un grande inviato di guerra, ma si è occupato anche di letteratura, arte, fotografia e cinema, e ora la casa editrice Ventanas gli rende omaggio con una raccolta dei suoi articoli culturali intitolata “Se guardo altrove”, presentata da Simonetta Fiori.
Il libro esce negli stessi giorni in cui Rizzoli affida a Luigi Mascheroni il compito di ricordare i vent’anni di Indro Montanelli alla guida del Giornale, impresa editoriale che di anni ne compie invece 50. Il libro si intitola “Come un vascello pirata” ed è una selezione di editoriali, articoli, corsivi del giornalista più popolare e meno accomodante del secondo Novecento. Anche in questo caso, nel mutare delle idee e dei giudizi, il valore aggiunto è la qualità della scrittura.