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Petrarca racconta
il Canzoniere

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

 Petrarca racconta <br> il Canzoniere

“PETRARCA RACCONTA IL CANZONIERE”, PROPOSTA EINAUDI RAGAZZI PER IL 650ESIMO DELLA NASCITA  

 

In occasione del 650° anniversario della morte di Francesco Petrarca (19 luglio), Einaudi Ragazzi propone ai lettori “Chiare, fresche et dolci acque. Petrarca racconta il Canzoniere”, un albo scritto da Daniele Aristarco e illustrato da Glenda Sburelin. Un libro che porta uno sguardo nuovo sul Canzoniere e sul suo autore senza essere una parafrasi, né una riduzione, né un riassunto, né un saggio accademico. Aristarco immagina un’ultima lettera in cui Petrarca condivide le sue vicende amorose e le riflessioni da cui sono nate alcune delle sue più belle poesie d’amore, insegnandoci a esprimere il più importante tra i sentimenti umani: l’amore, in tutte le sue appassionanti contraddizioni. Le spettacolari illustrazioni di Glenda Sburelin accompagnano questo viaggio nell'interiorità del poeta, rendendo l'opera accessibile e coinvolgente per lettori di tutte le età. “Chiare, fresche et dolci acque. Petrarca racconta il Canzoniere” rappresenta un modo efficace per iniziare a parlare di amore e affettività con i ragazzi partendo dai classici. Perché oggi come allora, Petrarca ha ancora molto da dirci. E oggi più che mai abbiamo necessità ed urgenza di riflettere sull’amore e sulle sue forme ed espressioni. "Solo la bravura di Aristarco, accompagnata dalle efficacissime illustrazioni di Glenda Sburelin, poteva darci un grande albo che, a 650 anni dalla scomparsa di Petrarca, risulta capace di coinvolgere lettori giovani e adulti nel racconto del Canzoniere. Aristarco non commenta i versi petrarcheschi ma gioca sulla finzione autobiografica per farli emergere dall’interiorità del poeta: un’operazione riuscita anche grazie a un linguaggio moderno ma classico nella precisione, evocativo di una lontananza temporale ma incisivo per attualità esistenziale" afferma Pino Boero, Professore di Letteratura per l’infanzia e Pedagogia della lettura presso l’Università di Genova. ‘’Al sentimento dell’amore, Francesco Petrarca ha dato la consapevolezza dell’amore. Il Canzoniere è anche una consegna della lingua perfetta per esprimere il più importante trai sentimenti umani. E non solo. La sua analisi così onesta, talvolta feroce, del sentimento amoroso ci insegna a guardare a noi stessi, a non nascondere le contraddizioni, a riflettere sui nostri pensieri e sui comportamenti. Ci ha insegnato a riconoscere e coltivare quell’amore che non pretende altro che essere cantato.  E ha acceso in noi un’inesauribile necessità di poesia. Il nostro debito nei suoi confronti è, dunque, immenso” sottolinea invece Aristarco

 

 

MARCO MALVALDI SPIEGA IL 12, UN NUMERO CHE METTE D’ACCORDO

 

“Dodici. Un numero che mette d'accordo” è il titolo del saggio di Marco Malvaldi pubblicato dal Mulino.  Alla base della nostra capacità di contare e raggruppare, di seguire lo scorrere del tempo e persino di fare musica senza offendere le orecchie più sensibili, il dodici è un numero trasversale, dai molti significati, a volte contraddittori anche all’interno della matematica. In queste pagine si parlerà soprattutto di cosa ci permette di fare questo numero, fino a scoprire come sia fondamentale per la comunicazione umana - permettendoci addirittura di capire come mantenere un segreto e come comunicarlo solo a chi vogliamo noi. Se siete curiosi di sapere come una cifra possa essere così versatile, allora questo libro potrebbe interessarvi.

L’AUTORE. Marco Malvaldi chimico e scrittore, ha esordito nella narrativa con il giallo “La briscola in cinque” (Sellerio, 2007), il primo della fortunata serie del BarLume, da cui è stata tratta la fiction televisiva “I delitti del BarLume”. Con il Mulino ha già pubblicato «Caos» (con S. Marmi, 2019) e «Il secondo principio» (2021).

 

CARMINE PINTO RACCONTA LA GUERRA PER IL MEZZOGIORNO

 

Il saggio “La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti 1860-1870” (Laterza) di Carmine Pinto, per la novità di materiali e documenti e per la vastità delle ricerche, offre una prospettiva che innova interpretazioni fino a oggi date per acquisite. Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato da parte di bande criminali? Un libro che cambia il quadro, proponendo una nuova e provocatoria interpretazione. Carmine Pinto insegna Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha scritto sui sistemi politici del Novecento e si occupa di guerre, conflitti civili e movimenti nazionali nel XIX secolo. Per Laterza è autore di Il brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola (2022).

La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti 1860-1870 ha vinto, tra gli altri, il Premio Cherasco Storia, il Premio Sissco, il Premio Fiuggi Storia e il Premio Basilicata.

 

PROSPERI ANALIZZA LA FIGURA DEL MISSIONARIO  

Quella del missionario è una delle figure chiave della modernità: un uomo pronto ad andare in terre lontane obbedendo a un ordine o a quella voce interna che si chiama vocazione. Fu così il mediatore dell’incontro tra diversi, il professionista del contatto fra popoli che si ignoravano, il testimone posto alla giuntura di culture e universi mentali diversi, spesso incompatibili. Fu a lui che spettò mettere d’accordo l’idea occidentale di Dio come persona con le nozioni totalmente diverse delle culture orientali. Il suo modello doveva scontrarsi con quello del crociato, pronto a ogni violenza, compresa la guerra, pur di ottenere con la forza l’adesione che gli era negata. Nel tempo, il potere di dare la missio, concentratosi a lungo nelle mani del pontefice, venne via via delegato ad altre figure della gerarchia ecclesiastica, ma anche a sovrani degli Stati europei che videro nell’organizzazione di ordini missionari un potente strumento di dominio coloniale. Una interpretazione originale e nuova di uno dei maestri della storiografia italiana, Adriano Prosperi, nel saggio “Missionari. Dalle Indie remote alle Indie interne”, pubblicato da Laterza.  

 

L’AUTORE. Adriano Prosperi, studioso della cultura e della vita religiosa della prima età moderna, è professore emerito di Storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue pubblicazioni: Dare l’anima. Storia di un infanticidio (Torino 2005); Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine (Torino 2008); Dizionario storico dell’Inquisizione (4 volumi, a cura di, con V. Lavenia e J. Tedeschi, Pisa 2010); Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana XIV-XVIII secolo (nuova edizione, Torino 2016); La vocazione. Storie di gesuiti tra Cinquecento e Seicento (Torino 2016). Per Laterza è autore, tra l’altro, di Il seme dell’intolleranza. Ebrei, eretici, selvaggi: Granada 1492 (2011) e Identità. L’altra faccia della storia (2016).

 

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