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BAYESIAN, L’ESPERTO:
ECCO PERCHE’ E’ AFFONDATA

BAYESIAN, L’ESPERTO: <BR> ECCO PERCHE’ E’ AFFONDATA

L’albero della Bayesian – la barca a vela battente bandiera britannica di 56 metri affondata ieri per una tempesta al largo di Porticello, a 20 chilometri da Palermo - era il più alto del mondo in alluminio, ben 75 metri, un vanto tecnologico ed estetico, ma anche una minaccia per la stabilità del natante, costruito dal cantiere navale Perini Navi nel 2008. Infatti, come spiega al Corriere della Sera Gino Ciriaci, architetto livornese e perito nautico con mezzo secolo di esperienza, l’albero più alto al mondo “è anche l’albero più pericoloso al mondo perché prende il vento su una grande altezza e il sartiame, cioè i cavi d’acciaio che regolano gli alberi, fanno un’enorme resistenza”, quindi “non è strano che una tromba d’aria sia riuscita ad abbattere l’albero della Bayesian. Eventi come questi sono già successi in passato”. Recuperato il corpo di una delle vittime, il cuoco di bordo, nato in Canada ma con passaporto dell'Antigua. Tra i sei dispersi - tutti passeggeri, inglesi e statunitensi - Mike Lynch, 59 anni, imprenditore britannico e co-fondatore della multinazionale informatica Autonomy e la figlia diciottenne Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer ed il ceo della società di Lynch, Chris Morvillo e la moglie di quest'ultimo. La Sir Robert B P, una nave a vela battente bandiera olandese che si trovava vicino a quella affondata, l’ha soccorsa portando in salvo i 15 sopravvissuti. “Se fosse stata una barca bassissima forse sarebbe andata diversamente. Ma la Bayesian, proprio per via del suo albero, che è quello più alto finora costruito, o almeno così ho letto, offriva al vento una resistenza tremenda” ribadisce Ciriaci in una intervista a Libero. Inoltre c’era “la sovrastruttura della barca; il ‘sartiame’, che sono quei cavi di acciaio che reggono gli alberi (sulla Bayesian gli alberi erano due: ndr); e poi le ‘cime’, ossia quelle corde che invece sono necessarie per manovrare le vele e che restano sempre lì. Tutte queste cose fanno la resistenza di una barca. E qui stiamo parlando di un regime nell’ordine delle tonnellate”, “quando una barca incontra una bufera, che quello di ieri mattina a Porticello non era un vento normale, il vento può girarla e, diciamo, prenderla di fianco, facendola ribaltare”, “c’è stata, qualche anno fa, una bufera simile che di botto è arrivata al Golfo della Girolata, in Corsica. Sessanta barche, sia a vele che a motore, sono finite sulla spiaggia perché la botta è stata tale che le ha prese e le ha buttate tutte a terra. La Bayesian è rimasta in mare e s’è spezzato il suo albero. Siamo onesti, quando c’è un vento di quella forza butta giù anche gli alberi in città. Non vedo colpe né possibilità di evitarlo”. (20 ago – red)

 

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