Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

‘Giornalista sarai tu’
di Gaetano Bruno

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

‘Giornalista sarai tu’ <br> di Gaetano Bruno

“Giornalista sarai tu” è il nuovo libro del giornalista calabrese Gaetano Bruno. Dall’esperienza giornalistica dai quattro centesimi a rigo alla direzione di una televisione privata, dalla passione per la politica da oggetto del racconto ad impegno diretto: in questo libro autobiografico Bruno racconta uno spaccato storico di un territorio della Calabria, la Riviera dei Cedri, delle sue dinamiche sociali, lavorative ed economiche, politiche e giudiziarie. Eventi che hanno segnato un’epoca e che, grazie a questo lavoro, rimangono a futura memoria come patrimonio collettivo di fatti che hanno influenzato non solo la vita dell’autore. Il libro può essere considerato una pagina di diario: per come racconta fatti intimi, emozioni, disagi, difficoltà umane e professionali in un’Italia in cui scegliere di essere giornalista è complicato e spesso ingrato. Ma a un secondo livello di lettura, possiamo intendere questa narrazione come una pagina di giornale: una cronistoria impietosa di una Calabria spesso avvolta dal silenzio, ma che chi svolge l’opera di editing conosce personalmente e ritrova fedelmente in queste pagine; ed è ancora una pagina di storia nazional-popolare, bagaglio di una generazione cresciuta con Novantesimo Minuto in sottofondo, e che alla voce di Pizzul associa ancora oggi domeniche pomeriggio in famiglia. Il racconto dei cambiamenti professionali, le scelte giuste e sbagliate, i risultati ottenuti e anche le porte chiuse in faccia conferiscono al testo un valore molto più universale del solo diario. Ampia il suo raggio d’azione a un pubblico in crescita e in difficoltà, soprattutto se in affanno nel cercare il proprio posto nel mondo del giornalismo, un settore spesso costellato di imprevisti, difficoltà, ostacoli e ingratitudini. (red)

 

 

 

SELLERIO RIPORTA IN LIBRERIA “L’AMERICANO TRANQUILLO” DI GREENE

 

A centotrenta anni dalla nascita di Graham Greene, Sellerio riporta in libreria dal 10 settembre uno dei suoi titoli più celebri, “L’americano tranquillo” (traduzione dall'inglese di Alessandro Carrera, a cura di Domenico Scarpa, nota di Zadie Smith). Scritto all’inizio degli anni Cinquanta, ispirato alla attività di Greene come agente dei servizi segreti britannici durante la Seconda guerra mondiale e agli inverni trascorsi in Vietnam come corrispondente di guerra, L’americano tranquillo è un libro coraggioso e profetico che ha presagito, con anni di anticipo, la guerra del Vietnam. “Qualsiasi altra cosa sia stato, in letteratura Greene è stato un agente doppiogiochista”, scrive Zadie Smith nella nota introduttiva, e “L’americano tranquillo” è forse il suo romanzo più equivocabile: ambientato a Saigon durante la prima guerra d’Indocina, può essere letto come un thriller politico-spionistico – racconto di intrighi, violenza, attentati – e, allo stesso tempo, come il resoconto struggente di un triangolo amoroso. Fowler, il narratore, è un cronista inglese cinico e disimpegnato: coinvolto nella guerra solo come osservatore, ha una relazione con una ragazza vietnamita, Phuong, forse l’unica cosa a cui tenga davvero. Pyle è un giovane americano, inviato in Vietnam per manovrare gli eventi a vantaggio degli interessi USA e promuovere la democrazia attraverso una ambigua “Terza Forza”: un “americano tranquillo”, pericolosamente innocente e ferocemente idealista, che si sente in dovere di portare salvezza: al Vietnam come a Phuong. Giovane e bellissima, Phuong è un personaggio indimenticabile, misterioso, schiettamente venale.

Quando Fowler, di fronte agli attentati che insanguinano Saigon, si decide ad intervenire, non è più in grado di dire se sta agendo per amore o per la propria coscienza: ed è «un colpo da maestro calibrare la situazione in modo tale che non possiamo mai emettere sui personaggi quel giudizio definitivo e compiaciuto con cui si potrebbe considerare concluso il lavoro di chi legge» (Zadie Smith). Scritto all’inizio degli anni Cinquanta, ispirato all’attività di Graham Greene come agente dei servizi segreti britannici durante la Seconda guerra mondiale e agli inverni trascorsi in Vietnam come corrispondente, “L’americano tranquillo” – “un titolo sarcastico, da immaginarselo bofonchiato con disprezzo, o ringhiato per esasperazione, o soffiato fuori senza suono in una calma disperata”, scrive Domenico Scarpa nella sua illuminante Postfazione –è un libro spietatamente profetico, che ha presagito con anni di anticipo la guerra del Vietnam, e ostinatamente attuale. Subito dopo la pubblicazione, Greene fu accusato di antiamericanismo, criticato dal “New Yorker” per aver ritratto gli Stati Uniti come assassini, infine dichiarato “persona non grata” dal governo americano.

A distanza di settant’anni, questo romanzo continua implacabile a chiamarci in causa tutti, nessuno escluso, come solo la letteratura può e deve fare perché, scrive Greene: “Prima o poi bisogna scegliere da che parte stare. Se si vuole restare esseri umani”.

 

 

“IL PENSIERO AFFETTIVO”, DIALOGO TRA GINEVRA BOMPIANI E  SARANTIS THANOPULOS

“Una pratica di amicizia, un palleggio fra amici”, così Ginevra Bompiani definisce questo scambio in forma epistolare con lo psicoanalista Sarantis Thanopulos, da cui nasce “Il pensiero affettivo” (Bompiani). Come nasce quest’occasione? Da un’idea fuggevole che, ci dice Bompiani, l’ha attraversata e che invece di fuggire si è rintanata dentro di lei. L’idea è semplice come un’illuminazione, ovvero che l’affetto sia una forma del pensiero. Ecco che a partire da questa intuizione, solo in apparenza non complessa, lettera dopo lettera, domanda e risposta, dopo risposta e un’altra domanda, si dipana il dialogo di due menti in sincrono e sintonia. Se in qualche modo tutto è pensiero, perché non lo è anche l’affetto, quindi? Siamo di fronte a un universo di possibili risposte: ci sono quelle dettate dalla filosofia e quelle dettate dalle neuroscienze, e le risposte suggerite da quella materia incandescente che è l’inconscio. È la pratica stessa dell’amicizia tra i due autori a rivelarsi strumento conoscitivo, disciplina in cui pensiero e affetto, libertà e dipendenza si congiungono e camminano insieme verso una meta nascosta nella foresta.

 

GLI AUTORI-   Ginevra Bompiani è nata a Milano e vive a Roma. Editrice, scrittrice, traduttrice, saggista, ha insegnato per molti anni all’Università di Siena e ha fondato nel 2002 la casa editrice nottetempo. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo i romanzi La stazione termale (Sellerio, 2012), L’ultima apparizione di José Bergamín (nottetempo, 2014) e La penultima illusione (Feltrinelli, 2022), il memoir Mela zeta (nottetempo, 2016) e il saggio L’altra metà di Dio (Feltrinelli, 2019). Sarantis Thanopulos, nato in Grecia nel 1952, vive e lavora a Napoli. È psicoanalista membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana con funzioni di Training. Collabora con “il manifesto”, dove cura la rubrica settimanale “Verità nascoste”. Tra i suoi libri: Il desiderio che ama il lutto (Quodlibet, 2016), La solitudine della donna (Quodlibet, 2018) e La Città e le sue emozioni (ETS, 2019).

 

 

 

IN VIAGGIO CON ANGELO PANEBIANCO TRA PRINCIPATI E REPUBBLICHE  

È possibile studiare le forme di governo che si sono succedute nella storia umana senza limitarsi a un’erudita descrizione di regole e istituzioni e senza presumere che a contare, a dare vita a quelle forme di governo, siano soltanto principi, re, imperatori, condottieri, capi-partito? Cosa collega l’agire delle persone comuni alla nascita e all’evoluzione delle forme di governo che nella storia si sono succedute innumerevoli? Utilizzando fonti archeologiche, antropologiche e storiografiche e rileggendole alla luce di uno schema interpretativo che considera le forme di governo come il prodotto di una pluralità di azioni umane, il libro “Principati e repubbliche. Azioni individuali e forme di governo” di Angelo Panebianco (Il Mulino) tratta di stati arcaici, di imperi e di repubbliche (antiche, medievali, rinascimentali) nonché di quelle loro dirette filiazioni che sono i dispotismi e le democrazie contemporanee. Studiare le forme di governo mostra quanto sia grande la capacità degli esseri umani di dare vita a modi di organizzazione della vita sociale complessi e differenziati. E mostra che se le élite e, talvolta, certi leader dotati di particolari qualità, hanno un potere condizionante nella formazione e nella evoluzione di stati e regimi politici, coloro che delle élite non fanno parte non sono mai semplici comparse.

L’AUTORE. Angelo Panebianco è professore emerito di Scienza politica dell’Università di Bologna. Tra suoi libri, nelle edizioni del Mulino, ricordiamo «Modelli di partito» (1982, pubblicato in sei lingue), «L’analisi della politica» (a cura di, 1989), «Guerrieri democratici» (1997), «Il potere, lo stato, la libertà» (2004), «L’automa e lo spirito» (2009), «Persone e mondi» (2018), «All’alba di un nuovo mondo» (con Sergio Belardinelli, 2019), «Democrazia e sicurezza» (a cura di, 2021). Tiene corsi di Teoria politica e di Relazioni internazionali nelle università San Raffaele e Iulm. Presiede attualmente il Consiglio editoriale del Mulino e da trentacinque anni è editorialista del «Corriere della Sera».

 

 

MARZO MAGNO, “VENEZIA. UNA STORIA DI MARE E DI TERRA”

 

Un’avvincente ricostruzione dei secoli che hanno fatto della Serenissima una protagonista indiscussa della storia politica, militare e culturale dell’Occidente, a partire dai luoghi che ne hanno segnato i momenti più importanti: da Cipro a Corfù, da Aquileia e Grado al Pizzo dei Tre Signori, da Chioggia a Padova, a – naturalmente – piazza San Marco. Una storia di Venezia di straordinaria originalità. In “Venezia. Una storia di mare e di terra” (Laterza),  Alessandro Marzo Magno, con il piglio del cronista e il rigore dello storico, riattraversa la storia che ha portato alcune isolette della laguna adriatica a dominare per secoli mezzo Mediterraneo, e non solo.

 

L’AUTORE. Alessandro Marzo Magno, veneziano per tradizione e milanese per vocazione, si è laureato in Storia all’Università di Venezia Ca’ Foscari. Giornalista, dopo essere stato per quasi dieci anni responsabile degli esteri del settimanale “Diario”, dirige il semestrale “Ligabue Magazine” e collabora con “Il Gazzettino”. Ha pubblicato libri di argomento storico, tra i quali L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo (Garzanti 2012, più volte ristampato e tradotto in inglese, spagnolo, giapponese, coreano e cinese). Per Laterza è autore di La splendida. Venezia 1499-1509 (2019), L’inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo (2020, tradotto in giapponese e spagnolo) e Venezia. Una storia di mare e di terra (2022, tradotto in cinese, greco, polacco e russo).

(© 9Colonne - citare la fonte)