Yaoundé - C'è Arthur, che ha un anno e dal Camerun deve raggiungere l'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per una cardiopatia congenita. C'è Rokhaya, che ha sei anni, vive in Senegal e quando aveva tre anni ha ingerito accidentalmente soda caustica e oggi ha urgente bisogno di un intervento all'esofago, presso il Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna. Ci sono le gemelline siamesi Mirabel e Miracle, di sei mesi, nate in Gambia con cittadinanza nigeriana e in attesa dei visti che permetteranno loro di volare a Roma, dove all'Ospedale Bambin Gesù potranno subire un delicato intervento di separazione. Sono solo alcuni dei bambini in emergenza sanitaria per i quali Flying Angels Foundation ETS si impegna quotidianamente, con l'obiettivo di finanziare e organizzare voli salvavita verso l'ospedale in grado di curarli. Dal 2012 Flying Angels Foundation ha raggiunto 3000 bambine e bambini in oltre 90 paesi del mondo - il 55% in Africa, il 33% in Asia, il 7% in Europa e il 6% in America - finanziando oltre 5800 biglietti aerei, tra cui quelli relativi a oltre 80 missioni mediche che si sono recate direttamente nei paesi, e percorrendo oltre 15,5 milioni di miglia, equivalente a 620 giri del mondo. Risultati resi possibili dalla collaborazione con circa 120 organizzazioni non profit italiane e internazionali e con 140 ospedali italiani e stranieri. Con questo obiettivo, Flying Angels Foundation ha organizzato a Genova un charity dinner, che ha coinvolto 350 ospiti e 23 aziende sostenitrici, permettendo di raccogliere 210mila euro, interamente destinati all'acquisto dei biglietti aerei per i piccoli pazienti. (9colonne)
(© 9Colonne - citare la fonte)