Roma, 17 ott - “Siamo preoccupati, dopo le dimissioni del Consiglio vorremmo davvero capire qual è la prospettiva del nostro governo rispetto a un pieno riconoscimento giuridico delle comunità islamiche italiane, che anche guardando al contesto internazionale diventa sempre più urgente. Speriamo che da parte del nostro governo ci sia una volontà politica per favorire questo dialogo e questo riconoscimento, che ci aiuta a salvaguardare il presente e il futuro del nostro Paese”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, Yassine Lafram, in una conferenza stampa alla Camera all’indomani delle dimissioni dei componenti del consiglio per le relazioni con l’Islam. A fare gli onori di casa Stefania Ascari, deputata M5S: “Purtroppo si tratta di una richiesta ferma sui tavoli del ministero dell’Interno dal 1990: ci sono state le dimissioni dei membri del Consiglio per le relazioni con l’Islam, un segnale molto forte di denuncia per una mancanza di attenzione e dialogo da parte del governo” sottolinea la parlamentare pentastellata, che aggiunge: “Sono tre milioni i musulmani presenti sul nostro territorio, oltre 1.200 luoghi di culto, tra l’altro alcuni non riconosciuti ma quello che abbiamo voluto mettere in luce è la volontà da parte delle comunità musulmane di arrivare finalmente a un riconoscimento giuridico dell’Islam, dei luoghi di preghiera e soprattutto la necessità di un’integrazione multietnica. Dove non arrivano le parole, purtroppo, arriva l’intolleranza e nella peggiore delle ipotesi la violenza. I primi che debbono mettersi in una posizione di ascolto sono le istituzioni, il legislatore e il governo. Mi auguro che questo sia il primo passo verso una strada di reciproco rispetto e dialogo”. Il professor Francesco Zannini, membro dimissionario del Consiglio, sottolinea come sia “difficile spiegare il perché di questa impasse: dal punto di vista culturale sarei felicissimo se ci fosse un’intesa con tutte le varie comunità musulmane, anche perché ho vissuto per venti anni nel mondo musulmano, come
parte di una minoranza, e mi sono trovato sempre a casa”. “Come comunità islamiche vogliamo fortemente essere riconosciuti qui in Italia: siamo una realtà molto integrata da tanti anni e mi chiedo: cosa dobbiamo fare di più per essere riconosciuti” è la domanda che si pone Sami Salem, Imam della Moschea della Magliana di Roma. (po / Roc) ////
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