E’ il 22 settembre del 1980 quando, dopo una lunga serie di scaramucce di confine, l’Iraq guidato da Saddam Hussein invade l’Iran, dando l’avvio a una delle guerre più sanguinose dell’era moderna che si protrarrà fino all’agosto del 1988. E’ fuori dubbio che il conflitto sconvolse irrimediabilmente gli equilibri della regione, e i suoi effetti si fecero sentire pesantemente nell'immediato dopoguerra: due anni dopo l'armistizio, infatti, l'Iraq invase il Kuwait nel tentativo di ottenere un riscatto economico e politico dallo stallo che ne era derivato. Va sottolineato che Saddam godette del sostegno dei paesi occidentali, in particolare della Francia e della Russia, che lo rifornirono di armi. Anche gli Stati Uniti sostennero l’Iraq, fornendo tuttavia di armi anche l’Iran. Il 20 luglio del 1987 le Nazioni Unite adottarono la risoluzione 598, esigendo l’immediato “cessate il fuoco” e il ritiro dei due eserciti entro i confini internazionalmente riconosciuti, ma le ostilità, come detto, durarono ancora a lungo.
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