Appare ormai chiara la doppia linea di condotta del Cremlino nella fase di transizione tra la presidenza Biden a quella Trump. Se da una parte Vladimir Putin non lesina segnali d’intesa all’inquilino della Casa Bianca entrante (da ultimo dicendosi fiducioso nel fatto che Trump sarà in grado di assicurare che Kiev non veda concretizzarsi l’adesione alla Nato, condizione per lui indispensabile per l’avvio delle trattative) dall’altra si susseguono le azioni di Mosca volte ad ammonire “l’occidente collettivo” sul pericolo di un escalation incontrollabile del conflitto. In questa chiave va probabilmente letta la visita ufficiale del ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, giunto questa mattina in Corea del Nord per rinsaldare il “patto d’acciaio” tra il Cremlino e Pyongyang, il cui esercito è già impegnato a fianco di quello russo nel quadrante di Kursk. Soprattutto, però, non lascia adito a dubbi il discorso tenuto ieri da Putin nel corso del vertice dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) in Kazakistan.
In questa sede, il leader del Cremlino ha ribadito che la Russia “è stata costretta” a dimostrare la potenza del nuovo supermissile a capacità nucleare Oreshnik, lanciato una settimana fa su Dnipro, in risposta agli attacchi contro le regioni di Bryansk e Kursk condotti con missili a lunga gittata di fabbricazione occidentale. “L'uso di queste armi senza la partecipazione diretta del personale militare e degli specialisti militari dei paesi Nato è semplicemente impossibile”, ha aggiunto Putin che ha minacciato di utilizzare nuovamente l’Oreshnik anche in maniera massiccia contro l’Ucraina. Di questo missile, ha affermato, “non esistono omologhi al mondo, ed è certo che non appariranno presto”.
Il presidente russo ha quindi assicurato che tale vettore “È impossibile da abbattere” e che, anche quando lo si usi privo di una testata nucleare, per la solita energia cinetica qualsiasi cosa da lui colpita “Si trasforma in polvere”. Dunque, ha aggiunto Putin, con l’uso massiccio dei missili Oreshnik, “la potenza d’impatto è paragonabile a quella delle armi nucleari. Il sistema è in grado di colpire anche oggetti altamente protetti situati a grandi profondità”, ha avvertito il presidente spiegando che il supermissile è un’arma multi-testata che può colpire decine di bersagli alla volta ad una velocità di dieci Mach. In questo modo, ha detto Putin, “La temperatura degli elementi raggiunge i quattromila gradi. Per rendere l’idea, sulla superficie del Sole ci sono da cinquemila a seimila gradi e mezzo. Pertanto, tutto ciò che si trova nell’epicentro dell’esplosione viene distrutto, si trasforma in particelle elementari, diventa polvere”. Putin ha quindi sostenuto che la Russia attualmente ha diversi sistemi Oreshnik, che sono stati messi in produzione in serie e che il Ministero della Difesa e lo Stato Maggiore stanno già selezionando gli obiettivi in Ucraina: potrebbero essere i centri decisionali a Kiev. (29 NOV – DEG)
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