"Nonostante che le ultime revisioni statistiche dipingano ora un quadro leggermente migliore di quello disponibile fino a ieri, resta il fatto che per lunghi anni la crescita della produttività nel nostro paese è stata molto insoddisfacente. Nel 2000 il PIL pro capite in Italia era più alto della media europea di oltre il 20 per cento; nel 2019 era più basso del 4 per cento. Il divario di crescita rispetto ad altri paesi avanzati (gli Stati Uniti in primis) è stato ancora più forte. Così il direttore generale della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini, oggi all'incontro dedicato al tema "Affrontare le sfide strutturali dell'economia italiana", organizzato a L'Aquila nell'ambito dell'iniziativa "In viaggio con la Banca d'Italia".
"Più importante ancora che guardare all’indietro - aggiunge - è guardare in avanti. Di fronte a noi ci sono questioni e scelte non facili. Non parlerò oggi dei rischi derivanti dalle tensioni internazionali o della tendenza a politiche commerciali protezionistiche. Sono preoccupazioni serie e gravi, comuni del resto alla maggior parte dei paesi, su cui la Banca d’Italia ha avuto modo di esprimersi più volte. Vorrei invece spendere qualche parola - dice Signorini - sulle due sfide gemelle di cui tanto si discute, che riguardano la struttura del sistema produttivo, e da cui dipende molto del benessere che ci possiamo attendere nei prossimi anni, anzi decenni. Parlo della transizione energetica e di quella digitale, o più in generale dell’innovazione tecnologica. Specie su quest’ultimo fronte, non è più solo l’Italia, ma ormai l’intera Europa che ha necessità di darsi una scossa - afferma il numero uno di Bankitalia - In tema di tecnologie avanzate l’Europa non sta tenendo il passo con gli Stati Uniti, la Cina e altre grandi economie. Il recente rapporto Draghi è un richiamo all’azione. Ancor più che nei dettagli delle analisi o nelle singole iniziative proposte, il suo grande merito consiste nell’aver risvegliato l’attenzione dell’opinione pubblica e dei responsabili delle politiche economiche sui ritardi accumulati e sulla necessità di farvi fronte". (Roc)