“Historia. Una storia di migrazione e amorə” è il coinvolgente format teatrale che coniuga narrazione, musica dal vivo e danza. L’appuntamento con il pubblico di Roma è per domenica 1° dicembre al Teatro Ghione alle ore 17.00. Lo spettacolo, ideato dal maestro Daniele Bocchini, prodotto da Silvia Ferrari TGC Eventi e distribuito da Equipe Eventi, racconta una storia di riscatto e di emancipazione ambientata nella Buenos Aires degli anni ’30 del secolo scorso, nei luoghi in cui ebbe origine il tango. In una milonga d’altri tempi, Historia porta in scena le coreografie degli amatissimi maestri di ballo Samuel Peron e Veera Kinnunen, la straordinaria voce di Stefania Caracciolo e la musica dal vivo di cinque musicisti professionisti: Daniele Bocchini(trombone), Marco Postacchini (sax, flauto, arrangiamenti), Enzo Proietti (pianoforte, fisarmonica), Graziano Brufani (contrabbasso), Leonardo Ramadori (percussioni). Lo spettacolo affronta temi attuali attraverso una storia di emigrazione. Esteban, protagonista e voce narrante di Historia, è una donna che affronta un viaggio oltreoceano col miraggio di una vita migliore insieme al suo amato, ma una volta arrivata a destinazione viene abbandonata e si ritrova sola nella realtà malfamata e maschilista di Buenos Aires, tra la povertà e il degrado dei conventillos. In questa città immensa, sconosciuta e fortemente pregiudizievole nei confronti della donna, Esteban, affascinata e sedotta da una musica nuova fatta di ritmi diversi, che imperversa di giorno nelle strade e di notte nelle milonghe e che è proibita al mondo femminile, si traveste da uomo. Questo le consente di essere libera di esprimere il suo talento musicale, ma al tempo stesso la priva della propria identità. Da questo intimo dualismo nasce un ritmo, un ostinato che diventa la base per il racconto, per improvvisare una melodia e per ballare. Nello spettacolo i protagonisti, attraverso il canto, il ballo e l'interpretazione scenica portano il pubblico a riflettere su diversi temi: la nostalgia dell’emigrato, la ricerca della propria identità, l’uguaglianza di genere e la dignità della donna, il talento e la passione come strumenti di emancipazione e di sopravvivenza. La narrazione è supportata dal sound elegante e raffinato del son latino di Carlos Eleta Almaran,Miguel Metamoroso, Isolina Carrillo, alla poesia in musica di Carlos Gardel, Osvaldo Farrès, Astor Piazzolla, Pablo Beltran Ruiz, fino al pop internazionale di Sting, Cher e Pino Daniele. (red)
A ROMA LA PIÈCE TEATRALE “L’ARMARU”
Martedì 3 dicembre, alle ore 21, al Teatro Eduardo De Filippo – Officina Pasolini di Roma, va in scena un'opera unica e coinvolgente: “L'Armaru”, una pièce teatrale che prende vita dall'omonimo romanzo di Mariacristina Di Giuseppe (Navarra Editore). Un viaggio sensoriale che fonde la potenza della musica e della parola, esplorando il cuore della Sicilia più intima e femminile. Protagonista indiscussa è Laura Mòllica, che attraverso un’interpretazione intensa e poetica, guida il pubblico in un percorso di emozioni e scoperte, dove le voci delle donne siciliane si intrecciano in un universo di sentimenti, segreti e storie personali. L'Armaru è un'opera che "canta" e "incanta" in siciliano, lingua che diventa veicolo di autenticità e profondità, svelando una galassia di emozioni di grande intensità. L’Armaru è un vecchio armadio che custodisce i segreti di un grande appartamento all’interno di un appartamento in un palazzo d’epoca del centro storico di Palermo. Qui Agata, una apprezzata cantante, vorrebbe vendere la casa ereditata dalla nonna anche se, per ragioni che ignora, qualcosa dentro di lei fa resistenza. Sarà proprio il vecchio armadio, testimone delle futili trattative di compravendita, a metterla in comunicazione con il misterioso universo femminile che svelerà inattese verità sulla nonna e sul coro di donne che si raduneranno attorno a lei. “Nella galleria di personaggi partoriti da questo armaru”, spiega l’autrice (Mariacristina Di Giuseppe, “a uso e beneficio della protagonista, della sua primavera, della sua rinascita, ho dato asilo a nomi e voci di donne accomunate dalla straordinaria sensibilità che il genere femminile porta con sé come una bandiera. Donne che possiedono il talento dell’amore incondizionato, del coraggio, della resistenza, il talento della cura, della memoria, dell’arte e della comunicazione, e li esercitano con determinazione. Tra il riso e il pianto, tra la commozione e l’indignazione, tra la passione e la speranza, tra un bacio e un addio, fioriscono le storie di donne apparentemente confinate nella loro epoca, donne che, in realtà, assurgono a paradigma senza tempo dell’animo umano alle prese con la vita e con i sogni”. Tratta dal romanzo omonimo di Mariacristina Di Giuseppe (Navarra Editore) quest’opera teatrale nata dalla collaborazione della scrittrice con la regista, attrice e cantante Laura Mòllica, interprete conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per le sue doti interpretative e l’approccio mai banale al repertorio siciliano di tradizione, ci lascia sospesi tra mondi reali e mondi possibili, guidati dal canto come strumento elettivo di comunicazione, di esperienze e sentimenti. “Quando due donne si mettono a chiacchierare in un salotto palermitano, magari davanti a una pasta di mandorle, o a un cannolo con ricotta, può succedere di tutto, anche di ideare un’opera teatrale, sulla scorta di un racconto, il racconto di una casa nel centro storico, proprio come la mia”, afferma l’interprete e regista Laura Mòllica, “È così che è nata la pièce teatrale de “L’armaru”. Cos’è l’armaru, se non la metafora della necessaria custodia dell’identità? È una sorta di utero in cui si costruisce una visione del mondo e si assemblano brandelli di vite; tante vite, vite che si intrecciano, si sovrappongono in un gioco di scatole cinesi, per poi confluire nell’unica verità: noi siamo tutte quelle vite, noi siamo tutte quelle donne”. Le canzoni del repertorio siciliano di tradizione, moderno e contemporaneo, si alternano alle musiche originali di Giuseppe Greco, che ha curato arrangiamenti e rielaborazioni. Le proiezioni che mettono Agata in contatto con le donne del passato sono a cura di Rosario Neri. (red)
SISTINA: ENRICO BRIGNANO IN "SPECIALE CAPODANNO"
Reduce dal successo de ‘I 7 re di Roma’ in scena al Sistina di Roma (dove vi resterà fino a domenica 1° dicembre per poi toccare successivamente i più prestigiosi palcoscenici italiani) Enrico Brignano fa un ulteriore regalo alla sua città con la quale vuole festeggiare la fine dell’anno e l’inizio del 2025 all’insegna dell’allegria, dell’ironia e della sua arte. E sarà sempre il Teatro Sistina a ospitare ‘Speciale Capodanno’ (prodotto da Vivo Concerti & Enry B. Produzioni), un doppio e unico appuntamento speciale che andrà in scena il 31 dicembre dalle ore 21.30 (con il brindisi di Mezzanotte) e il 1° gennaio dalle ore 18. Dunque, tra un Re di Roma e l’altro, Enrico Brignano torna sé stesso e riveste i panni dello showman a tutto tondo per un Capodanno tra divertimento e spensieratezza. Come ama dire sempre, leggerezza non è superficialità, ma solo un modo per ridere di noi stessi e del nostro modo di essere, non senza qualche spunto di riflessione tra una risata e l’altra. Con la sua band di fiducia, capitanata dall’inseparabile maestro Andrea Perrozzi, Brignano ci traghetterà verso il 2025 pieno di speranze e buoni propositi. Non mancheranno i lustrini, non mancherà il buonumore, non mancherà il brindisi di mezzanotte. ‘Speciale Capodanno’ è scritto dallo stesso Brignano con Manuela D’Angelo. In scena anche Pasquale Bertucci e Michele Marra. Scene di Marco Calzavara, disegno luci di Marco Lucarelli. (red)
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