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direttore Paolo Pagliaro

Gianfranco Fini
il profeta rimosso

Gianfranco Fini <br> il profeta rimosso

di Paolo Pagliaro

Uno dei misteri della politica italiana è la rimozione di Gianfranco Fini dal pantheon della destra, la sua figura sbianchettata sull’album di famiglia come succedeva alle foto dei compagni che in epoca sovietica cadevano in disgrazia.
Eppure molto di ciò che oggi ci si attende da Giorgia Meloni, Fini lo disse e lo fece circa trent’anni fa. Riconobbe che la democrazia era figlia dell’antifascismo e che Benito Mussolini non era stato il più grande statista italiano del Novecento. A Gerusalemme, dopo aver visitato il museo in ricordo delle vittime dell'Olocausto, definì anzi il fascismo “male assoluto”. Aggiunse che la destra doveva doveva rinunciare all’antiamericanismo e indicò ad Alleanza Nazionale un percorso politico che avrebbe dovuto portarla a confluire nel partito popolare europeo. Il tutto con qualche lustro di anticipo rispetto alla liaison tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen.
E proprio perché anche a destra la memoria è labile, va salutato come un piccolo evento il libro scritto da Carmelo Briguglio, ex deputato finiano che senza rinnegare il proprio passato spiega le ragioni del disastro politico che ha cancellato persino il ricordo del leader che seppe portare i missini al governo. Pubblicato dalla casa editrice Kimerik il libro si intitola “Quella meteora a destra” e mette in fila gli errori politici del fondatore di An, primo fra tutti quello di essersi illuso che fosse possibile una destra tra virgolette “di sinistra “. Certo, Fini disse molte cose che si sarebbero rivelate profetiche. Ma in politica – fa notare Salvatore Merlo nella prefazione - dire le cose prima è altrettanto sbagliato che dirle dopo. Perché bisogna dirle al momento giusto, che per la destra probabilmente è arrivato adesso.

(© 9Colonne - citare la fonte)