di Paolo Pagliaro
Il notiziario del Cnr segnala anche oggi i successi dei ricercatori. L’Istituto di Scienze Polari mette a disposizione della comunità scientifica un dossier sulla perdita di volume dei ghiacciai montani della Groenlandia. L’Istituto di neuroscienze sperimenta una nuova tecnica per capire come funzionano le cellule. L’Istituto di biofisica invita i milanesi al museo di storia naturale per un viaggio nel mondo nanoscopico dei virus. L’Istituto di fisica applicata utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare i denti fossili di squali trovati nella campagna della Toscana, testimonianze di vita marina risalente a milioni di anni fa.
Un’altra notizia che riguarda il Cnr, ma che non si trova nel notiziario, è la protesta dei ricercatori che da alcuni giorni occupano la sede centrale dell’istituto per chiedere certezze sul loro futuro. I precari sono oltre 4 mila: ci sono 1.000 assunti a tempo determinato, 2800 assegnisti, 300 borsisti. C’è il blocco parziale del turn over deciso per legge e molti contratti in scadenza non verranno rinnovati.
Vanno incontro alla disoccupazione o a un eterno precariato anche autori che con i loro studi hanno contribuito al prestigio internazionale del Cnr e del sistema universitario.
Il fatto è che in Italia la spesa pubblica e privata in Ricerca & Sviluppo è tra le più basse in ambito OCSE. In rapporto al Pil, Stati Uniti e Germania investono più del doppio: oltre il 3% contro l’1,3 italiano. Nei giorni scorsi i rappresentanti di 122 società scientifiche hanno scritto ai presidenti dei Gruppi parlamentari per segnalare che con la legge di Bilancio in discussione questo divario è destinato ad accentuarsi. Ma ogni stagione ha le sue priorità, e oggi la precedenza spetta agli armamernti.