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Turismo delle radici: 34,4 milioni di presenze e 5 miliardi di spesa nel 2024

Turismo delle radici: 34,4 milioni di presenze e 5 miliardi di spesa nel 2024

Un gioco di squadra tra istituzioni centrali, enti locali, settore privato e associazioni per riportare nei luoghi di origine milioni di italiani che vivono all'estero e allo stesso tempo valorizzare i piccoli borghi del nostro Paese. L’operazione “Turismo delle Radici” accelera grazie a Italea, il Progetto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale lanciato nel 2024 (Anno delle Radici Italiane nel Mondo) all’interno del progetto Pnrr e finanziato da NextGenerationEU, con l’obiettivo di favorire il ritorno e l’accoglienza degli emigrati italo-discendenti. È un fenomeno di grandi numeri, come evidenziano gli ultimi dati inseriti in uno studio Assoturismo Confesercenti in collaborazione con CST – Centro studi turistici di Firenze. Nel 2024 gli arrivi turistici strettamente legati alla motivazione di “visita al paese di origine” sono stati oltre 6,6 milioni, cioè il +6,2% rispetto alle aspettative di inizio anno, e circa 34,4 milioni le presenze turistiche.


Per il 2024, le stime sulla spesa sostenuta dai viaggiatori delle “radici” indicano un ammontare di circa 5 miliardi di euro. Un valore destinato a crescere ulteriormente per attestarsi oltre i 5,5 miliardi di euro nel 2026. Le prime stime dei risultati conseguiti indicherebbero un chiaro progresso di questo segmento, grazie anche al sostegno delle iniziative promozionali che si sono susseguite nel corso dell’anno. «Dal turismo delle radici si può innescare un flusso turistico che interessa tutto il Paese ed è quindi qualcosa di estremamente importante per l'intera filiera del turismo. Il Ministero degli Affari Esteri si muove bene da questo punto di vista. È necessario – afferma Vittorio Messina, presidente di Assoturismo - istituzionalizzare questa forma di turismo. Dobbiamo crederci, in modo tale che l'effetto che abbiamo ottenuto nel 2024 si concretizzi anche nel futuro e diventi fondamentale per la filiera nazionale».
I turisti di ritorno sono infatti in aumento, con una crescita prevista, secondo il report di Assoturismo-CST, di oltre 3,5 milioni di presenze in più nel biennio 2025/2026 e un incremento di oltre 510 milioni di euro di spesa turistica sul territorio. «Questo studio – spiega Messina - ci consegna una realtà importante al di là dei numeri. Si tratta di turisti, italiani di seconda o terza generazione, che vogliono entrare in contatto con l’identità dei territori da dove provengono i loro avi. L’interesse è quindi nei luoghi che spesso sono fuori dai circuiti delle grandi mete turistiche italiane: ecco perché il turismo delle radici valorizza le destinazioni che non rientrano nelle mete principali del nostro Paese, ma che sono altrettanto importanti perché custodi di valori paesaggistici, archeologici o di tradizioni popolari».


Il Turismo delle Radici è infatti uno strumento per valorizzare centinaia di piccoli comuni italiani. E nell’Anno che la Farnesina ha deciso di dedicare alle radici italiane nel mondo, oltre 800 comuni si sono mobilitati per accogliere questi ospiti speciali desiderosi di ritrovare i luoghi, le tradizioni e la cultura degli antenati: si tratta dei comuni vincitori del bando lanciato dal Maeci per la realizzazione di attività culturali in favore, appunto, degli italo-discendenti. A loro supporto c’è italea.com: una piattaforma pensata per dare una risposta coerente su tutto il territorio nazionale alla domanda sempre crescente. (Red - 9 gen)

(© 9Colonne - citare la fonte)