Gaetana Aulenti, detta Gae, è stata architetto di fama mondiale. Vai a Parigi, raggiungi la Rive Gauche, tra Pont de la Concorde e Pont Royal, e se sei nel 1900 ti imbatti in una stazione ferroviaria (che è stata dismessa poi nel 1936). Se sei nel 1986 invece, vedi sorgere il Musée d’Orsay. A trasformare Gare d’Orsay - la stazione - in un museo, è stata lei: Gae Aulenti. Il museo parigino è famoso per tre motivi: uno perché ospita i maggiori esponenti dell’impressionismo pittorico come Edouard Manet, Paul Cézanne, Paul Gauguin, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Vincent Van Gogh. Il secondo motivo è perché si trova di fronte al famigerato Louvre. Il terzo perché è stato creato da un architetto italiano, un architetto donna. Natalia Aspesi la ricorda così: “Se non era in giro per il mondo, a Tokyo o a Palermo, a San Francisco o a Barcellona, a Parigi o a Roma, a costruire grandi nuovi musei, a riqualificare deteriorati spazi urbani, ad arredare le case dell’aristocrazia del capitalismo italiano, perlomeno di quella che amava la sua idea di modernità e rigore, oppure a ricevere premi prestigiosi, si rifugiava nella sua magnifica casa-studio milanese, arredata soprattutto da libri e divani, dove, lei amava dire “Verdi ha composto il suo Requiem". E’ morta lì, tra le note storiche di quella casa, al quartiere Brera. Milano non potrà far a meno di concederle un pensiero, passando per Piazzale Cederna, e vedendo la Stazione Nord, con quella scultura di colore ed estro in bella mostra, che nel rifacimento del luogo l’Aulenti ha voluto piazzarvi. Si tratta del contestato lavoro di Claes, L’Ago, il Filo e il Nodo, che ha causato polemiche. Stazioni e Musei sono centrali per la vita della signora dell’architettura, prima donna di Milano, che andava in moto e maglione nero, come ha ricordato qualcuno. “Per una donna fare la progettista è difficile, ma siamo sempre di più”, diceva una star come lei che ha lavorato finché le forze glielo hanno permesso: fino a quello che Gae ha definito “l’aeroporto della memoria”, a Perugia. Perché della memoria? “Perché se lo ricorderanno tutti”. Tutti la ricorderanno, come anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ne ha sottolineato: “il talento creativo e la straordinaria capacità di recuperare i valori culturali del patrimonio storico e dell’ambiente urbano”. C’è il suo tocco, oltre che a Parigi, a Barcellona, a San Francisco, a Tokyo, a Siviglia, a Gerusalemme e poi Venezia, Firenze, Roma. Per la sua commemorazione l’assessore Boeri ha scelto la Scala di Milano. Forse anche perché nella sua carriera l’Aulenti si è occupata anche di scenografia, firmando, per esempio, le scene del Viaggio da Reims di Rossini diretta da Claudio Abbado nel 1984.
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