“L’Europa è a un bivio: o è in grado di fare un passo avanti sull’unità, o sarà cancellata”, “per la prima volta alcuni rappresentanti di Paesi storicamente più timidi sull’integrazione europea hanno detto che l’unica salvezza è reagire in modo unito. Davanti alla minaccia dei dazi, agli Stati Uniti che vogliono annettersi la Groenlandia, c’è la consapevolezza che nessuno si salva da solo”. Lo afferma, in una intervista a Repubblica la segretaria del Pd Elly Schlein. “Se Meloni vuole aiutare l’Italia deve aiutare l’Europa a cambiare le regole, abbattere i veti e restare unita. È invece rischioso far valere con Trump relazioni bilaterali. Se ogni Paese comincia a trattare per sé, è l’inizio della fine della forza che ha l’Unione. Si fa presto a passare da prima della classe a strumento funzionale a un disegno di disgregazione”, “siamo di fronte alla saldatura tra il nazionalismo di estrema destra e il tecnocapitalismo che ha una concentrazione di potere, di ricchezza, di tecnologia senza precedenti nella storia”. La leader del Pd a Bruxelles ha partecipato al prevertice del Partito socialista europeo: “Abbiamo cercato di suonare la carica, perché la destra si può battere”, “in Italia lo abbiamo provato l’anno scorso in tre Regioni. Certo, non li battiamo rincorrendoli sul loro terreno, copiando le posizioni della destra sull’immigrazione o sulla sicurezza. Vinciamo quando li trasciniamo sul terreno su cui stanno più scomodi: la grande questione sociale. Salari bassi, precarietà alta, liste d’attesa lunghe in sanità, casa”. (4 feb - red)
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