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direttore Paolo Pagliaro

Se il green diventa
impopolare

Se il green diventa <br> impopolare

di Paolo Pagliaro

Ogni anno il rapporto dell’Ispi propone il  punto di vista italiano sulle principali questioni di politica internazionale. Lo fa anche avvalendosi di un sondaggio che coinvolge una vasta platea di esperti appartenenti al mondo della ricerca, del giornalismo, delle istituzioni e delle imprese.  Ai partecipanti viene chiesto di identificare le principali minacce a livello internazionale per il mondo e per l’Italia.  Tra le novità dell’edizione 2025, presentata oggi a Milano, c’è il netto calo della  percezione di minaccia rappresentata dal cambiamento climatico. L’anno scorso ne aveva parlato il 25% degli intervistati, quest’anno quasi la metà.
E’ un effetto di quello che l’Ispi definisce il “grande riflusso” di attenzione nei confronti della transizione verde, fenomeno che riguarda entrambe le sponde dell’Atlantico. 
Sostiene il Rapporto che in Europa il crescente disamoramento per le questioni ambientali nasce da politiche eccessivamente aggressive nella riduzione delle emissioni, politiche  che mettono a rischio la sopravvivenza dell’industria e l’equità sociale. Da qui la richiesta di una revisione realistica del green deal.
Va nella stessa direzione il documento con cui  Assonime - l’associazione delle società per azioni –chiede alla Commissione Europea un drastico ridimensionamento degli obblighi di reporting sulla sostenibilità, quelle centinaia di disposizioni procedurali che – per i loro costi e la loro complessità - si sono trasformate in una zavorra inconciliabile con l’efficienza  di qualsiasi attività di impresa.  
Mettere al riparo la transizione ecologica dalle insidie dell’integralismo e delle astruserie regolatorie  è la missione non facile a cui è chiamato il nuovo governo dell’Unione europea.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)