Se con Aristotele l’uomo era per natura un animale politico, con Battiato era sembrato un animale musicale. Tra i più mistici portatori di argomentazioni ultramondane nella canzone italiana, tra l’altro. E tuttavia un giorno recente è successo che un politico in carne ed ossa, Rosario Crocetta, neo presidente della Regione Sicilia, lamentando il degrado intellettuale in cui versano le poltrone dei nostri rappresentanti (eletti o nominati non cambia molto), ha alzato il telefono, ed ha proposto al cantautore che vive alle pendici dell’Etna di fare l’assessore. Battiato ha accettato, lo ha convinto – dice – l’entusiasmo del presidente che lo ha sorpreso, seppure filtrato dalla tv, nelle sue apparizioni dopo l’incoronamento dell’elettorato. Accetta, prega però tutti di non chiamarlo assessore, ma Franco, rassicura che non intende cambiare lavoro, sottolinea che non avrà rapporti con i politici. A suo modo, comunque, scende in campo. Il coro assertivo è pressoché unanime, anche se qualche crepa si rivela subito. Intanto – precisa nella prima intervista televisiva a Lilli Gruber – non sarà assessore alla Cultura ma al Turismo e allo Spettacolo. Non nasconde che «non posso dedicarmi all'incarico a tempo pieno». Del resto non è un politico, ed ha un disco da promuovere (dal titolo “Apriti Sesamo”), e dall’incarico alla Regione ha deciso di non prendere denaro. Immediatamente “Live Sicilia” solleva il caso di un assenteismo ante litteram, da che il sito del maestro mostra un calendario fitto di date che lo terrebbero in viaggio da dicembre a marzo quasi quotidianamente. E quindi le istituzioni si potranno sentire orfane del suo apporto e dunque, sommessamente, si dovrebbe intendere: sono tutti uguali. L’Agenda Battiato mostra il fianco. Ma la politica è anche messaggio, non solo realismo, e non cogliere il portato di novità nella nomina di Battiato ad assessore, fortemente voluta in un territorio ammalato grave di criminalità, disoccupazione e probabilmente sfiducia nel futuro, è da miopi. Crocetta docet: “In un Paese dove gli intellettuali in questi ultimi anni hanno avuto sempre un ruolo marginale, in un Paese dove è finito il ruolo dei grandi intellettuali, io dico con estrema sincerità che comincio un percorso nuovo e su questo cominciamo a lavorare e a creare entusiasmo". L’entusiasmo è una parola cruciale, contraria alla sfiducia, vitale per il futuro, non solo della Sicilia, che sta a cuore a tutti, ma di tutto il Paese. Fosse portatore di una visione nuova, va bene anche se musicale, del turismo e dello spettacolo, andrebbe bene anche se provenisse da un “assessore in tour”, come è stato definito, purché generi entusiasmo. Che a sua volta genera partecipazione, cosa di cui si sente nostalgia assoluta.
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