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direttore Paolo Pagliaro

Intelligenza artificiale
l’Europa si arrende

Intelligenza artificiale <br> l’Europa si arrende

di Paolo Pagliaro

Alla fine dello scorso millennio, regnante Clinton, una legge americana stabilì che gli operatori digitali non dovevano rispondere dei conte¬nuti che venivano immessi nelle loro piattaforme. Un’esenzione da ogni re¬sponsabilità giuridica che contribuì allo sviluppo di Internet ma che ne fece anche la terra di nessuno. Lo schema si ripete ora con l’intelligenza artificiale. Il partito della deregulation tecnologica, guidato dagli uomini più ricchi del pianeta, ha cambiato referenti politici e adesso sta con Trump, ma la richiesta di avere mani libere nello sviluppo degli affari è rimasta la stessa.
Nei giorni scorsi a Parigi, durante il summit sull’intelligenza artificiale, con un intervento molto duro il vice presidente degli Stati Uniti, Vance, ha chiesto all’Unione Europea di non creare ostacoli normativi alla crescita della nuova tecnologia. Più che una richiesta è sembrata per la verità un’intimazione.
L’obiettivo è stato almeno in parte raggiunto, perché dal programma di lavoro 2025 dell’Unione Europea è improvvisamente scomparsa la direttiva sul risarcimento dei danni provocati da un uso improprio o criminale dell’intelligenza artificiale. La direttiva sulla responsabilità civile era stata presentata come un passo importante verso una regolamentazione più etica e sicura della nuova tecnologia informatica. Gli studi legali erano già al lavoro, anche in Italia. Il ripensamento ha lasciato sconcertati tutti, compresi i parlamentari più vicini a Ursula von der Leyen; il rappresentante tedesco del PPE in commissione giustizia ha detto che “il governo europeo ha scelto di favorire squilibri di potere a favore delle imprese e un approccio da Far West”.

(© 9Colonne - citare la fonte)