Roma, 21 feb - “Siamo fermamente contrari a questo provvedimento, perché pone un ulteriore ostacolo alle attività di indagine, e quindi di repressione dei reati. E’ il colpo di grazia allo strumento delle intercettazioni, in quanto prevedere un massimo di 45 giorni vuol dire che lo Stato rinuncia alla repressione e ancor prima a scoprire determinate fattispecie di reato”. Così Valentina D’Orso, deputata M5S, intervenuta alla Camera in discussione generale sulla proposta di legge riguardante le modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione, approvata dal Senato. “Non è stata prevista – aggiunge la capogruppo dei pentastellati in Commissione Giustizia - alcuna deroga a questa tagliola dei 45 giorni per reati gravissimi, che toccano la ‘carne viva’ dei cittadini comuni: parliamo di tutti i reati di violenza di genere, di femminicidi i cui responsabili rimarranno impuniti, di maltrattamenti in famiglia, di abusi anche sessuali su minori. Ma parliamo anche delle estorsioni, per la cui scoperta sono fondamentali le intercettazioni, e con le estorsioni magari si scoprono i ‘pesci piccoli’ che poi portano ai ‘pesci grandi’ di reti criminali molto più ampie. Ecco: da domani purtroppo ci sarà un ulteriore calo delle denunce per estorsione, perché gli imprenditori che vogliono essere protetti dallo Stato sapranno che dopo 45 giorni lo Stato rinuncerà ad indagare spegnendo l’interruttore delle intercettazioni. Si tratta di conseguenze gravissime: si conferma l’ossessione del centrodestra verso le intercettazioni e si manifesta palesemente la pericolosità e l’irresponsabilità delle scelte di politica criminale di questo governo” conclude D’Orso. (po / Roc) ////