Il piano si chiama ReArm Europe e prevede un investimento di 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. Una cifra colossale destinata a missili, carri armati, droni e tecnologie militari. Dietro l'iniziativa, c'è Ursula von der Leyen, al secondo e ultimo mandato come Presidente della Commissione Europea. Ma la domanda è un'altra: se nel 2023 l’Europa ha già speso 588 miliardi di dollari in difesa – vedi il Sipri Yearbook 2024 - e la spesa militare mondiale ha raggiunto i 2,4 trilioni di dollari, perché aggiungerne altri 800? Il piano, pare si fondi su tre pilastri principali: 1) Spesa pubblica senza limiti: i vincoli di bilancio europei saranno sospesi per consentire agli Stati membri di aumentare gli investimenti in armamenti senza il rischio di sforare. 2) Un fondo da 150 miliardi: un nuovo strumento finanziario fornirà prestiti agli Stati per sviluppare tecnologie militari avanzate. 3) Soldi privati nel settore bellico: la Banca Europea per gli Investimenti aprirà alle aziende della difesa, attirando capitali privati nel comparto militare.
Un cambiamento radicale dunque: l’Europa, da attore focalizzato su agricoltura, concorrenza, regolamenti ambientali, ora punta i riflettori sulla difesa. Ma questi 800 miliardi si aggiungono ai quasi 600 già spesi ogni anno? Oppure rappresentano una riorganizzazione di fondi esistenti?
Dai dettagli del piano emerge che una parte dei fondi verrà reperita aggirando le regole europee di stabilità: i governi potranno aumentare la spesa militare senza preoccuparsi del deficit. Il resto sarà coperto attraverso nuovi prestiti e con il contributo della finanza privata. L’effetto finale rischia di essere un aumento vertiginoso delle spese militari.
Difendersi da chi? Il mantra è sempre lo stesso: più difesa per contrastare la Russia e affrancarsi dagli Stati Uniti. Tuttavia, il quadro geopolitico si è evoluto. Con la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca nel novembre 2024, l’Europa si trova davanti a una nuova realtà. Il Tycoon, ha già paventato la possibilità di ridimensionare il supporto alla NATO e di rivedere l’approccio americano nei confronti dell’Ucraina. Bruxelles, temendo un indebolimento dell’ombrello di sicurezza statunitense, si muove in anticipo per garantire un'autonomia strategica che finora è sempre stata subordinata agli Stati Uniti. Ma il rischio è che questa corsa agli armamenti si trasformi non solo in un buco nero finanziario, ma anche in un incentivo a usarle, queste armi. . Le spese militari, storicamente, non sono mai neutre: servono nemici per giustificarle. E se i fondi sono già stati stanziati, la tentazione di utilizzarli diventa concreta. E dunque: Europa superpotenza o campo di battaglia?
C'è chi vede in ReArm Europe l'inizio di una nuova era: l'Europa finalmente indipendente, capace di difendersi da sola senza dover dipendere dalle scelte di Washington. Ma c'è anche chi teme che tutto questo sia solo un'illusione costosa e pericolosa. “La guerra è cosa veramente da belve, per quanto nessuna belva la pratichi così abitualmente come l'uomo, ed è per questo detestata nell’isola di Utopia.” (Thomas More)