di Paolo Pagliaro
Cinque anni fa, il 18 marzo 2020, nelle strade deserte di Bergamo sfilavano mezzi militari carichi di bare. Quelle immagini davano la misura del dramma con cui si stavano misurando il governo dell’epoca guidato da Giuseppe Conte e il suo giovane ministro della Salute, Roberto Speranza.
Ora che una commissione parlamentare d’inchiesta per niente bipartisan li ha messi entrambi nel mirino per regolare i conti politici rimasti in sospeso, diventa di grande attualità un libro uscito in questi giorni dove per la prima volta si racconta dall’interno come fu combattuta la guerra contro un nemico del tutto sconosciuto, che uccideva centinaia e poi migliaia di persone al giorno. E’ il diario di Nicola Del Duce, portavoce del ministro Speranza, testimone dei momenti più difficili di quella stagione orribile: dai vertici europei per scongiurare l’isolamento dell’Italia alla decisione di chiudere fabbriche, scuole e città, dall’emergenza negli ospedali al risiko internazionale delle mascherine fino alla più grande campagna vaccinale mai tentata.
Sono appunti presi durante i gabinetti di guerra con i ricercatori e gli scienziati, o le telefonate tra Speranza i leader politici per chiedere il loro sostegno nella gestione dell’emergenza, con Berlusconi che garantisce al ministro di sinistra tutto l’appoggio necessario e Salvini che invece per giorni non si fa trovare.
Il libro, pubblicato da Solferino, si intitola “Nel palazzo bianco” , l’editore lo presenta come un romanzo, ma di romanzato il lettore troverà poco o niente.
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