di Paolo Pagliaro
Nel nuovo corso della politica americana Elon Musk sta dimostrando come da un'enorme ricchezza può nascere un enorme potere politico personale, mentre Trump sta dimostrando come da un enorme potere politico personale può nascere un'enorme ricchezza.
L’ultimo grande affare del presidente e della sua famiglia è legata al lancio di nuove criptovalute, che per i sostenitori sono una rivoluzione tecnologica e finanziaria mentre per i critici sono strumenti loschi utili solo per il riciclaggio di denaro e altre attività criminali, come ha più volte spiegato il Nobel Paul Krugman.
Appartiene a questa seconda scuola di pensiero l’economista Salvatore Rossi, già direttore generale della Banca d’Italia che in un’intervista a First Online ha spiegato come le criptovalute siano pura finzione, non avendo alcuna funzione monetaria, un emettitore riconosciuto e responsabile né, in genere, attività “vere” sottostanti. Sono strumenti speculativi che sfruttano il cosiddetto “effetto gregge”: il mio vicino di casa le ha comprate e le ha subito rivendute al doppio, perché non posso farlo anch’io? O, per dirla in altri termini, “sono le fiches di un gigantesco gioco d’azzardo”.
Rossi ci avverte che se il progetto dell’amministrazione Trump prendesse piede, risparmiatori e consumatori verrebbero esposti a rischi gravissimi e l’intero sistema finanziario precipiterebbe nella instabilità cronica.
Ci sono un paio di notizie consolanti. La prima è che 800 mila entusiasti sostenitori della criptovaluta Trump hanno perso 2 miliardi di dollari. La seconda è che il ministro dell’economia Giorgetti ha dichiarato che le cripto nelle mani di Trump sono molto più pericolose dei dazi.
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