di Paolo Pagliaro
Il Salone del Mobile a Milano e Vinitaly a Verona sono due appuntamenti cruciali per il sistema produttivo. Milano ospita un esempio tangibile del soft power italiano, che combina creatività, innovazione e cultura per esercitare un'influenza significativa sul design e l'arredamento a livello globale. La più grande concentrazione di talento elegante del mondo, secondo il New York Times.
Anche la fiera del vino che si è chiusa poco fa a Verona è la numero uno a livello internazionale.
Ma poiché sia l’arredamento che il vino debbono parte delle loro fortune al ricco mercato dei consumatori statunitensi , a Milano e a Verona quest’anno si è parlato più di dazi che di prodotti, e questo è uno dei danni collaterali provocati dalle iniziative dell’ex amico americano.
Come se ne esce non è ancora ben chiaro, perché proposte e strategie divergono. Per il vino c’è chi punta alla crescita di nuovi mercati come quello africano. Altri pensano che il costo dei dazi andrebbe condiviso con gli importatori americani. Altri ancora pevedono che per consumatori alto spendenti come quelli degli Stati Uniti dieci euro in più o in meno a bottiglia non facciano la differenza.
Si tratti di vino o di arredamento, comune è l’obiettivo di aumentare le esportazioni in Europa, sperando in una ripresa dell’economia tedesca. In questi giorni il buon esempio viene dalle Ferrovie dello Stato, che dopo aver sfidato i francesi con il Frecciarossa Milano- Parigi, ieri hanno annunciato che i loro treni ptesto correranno anche tra Parigi e Londra sui binari del tunnel che attraversa la Manica. Chissà che l’America protezionista non finisca davvero col favorire l’integrazione degli europei.