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Mappa di un Paese ostaggio
di mafie e “mafiette”

Mappa di un Paese ostaggio <BR> di mafie e “mafiette”

di Piero Innocenti

L’Italia è ormai da anni il paese dove c’è grande spazio per i criminali (lo dico con profonda tristezza da ex funzionario di polizia ormai in pensione da diversi anni), anche per quelli stranieri che nel Bel Paese si sono trovati a proprio agio organizzando strutture delinquenziali che in diversi casi hanno assunto le caratteristiche di associazioni mafiose. Uno scenario che si è andato delineando negli anni con allarmi ripetuti della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) nelle consuete relazioni semestrali inoltrate al Parlamento che, nel 2018, con la Commissione antimafia, nella corposa relazione di fine Legislatura, sottolineava come fossimo diventato un “paese sempre più appetibile per i delinquenti”. Nel panorama nazionale criminale la mafia calabrese è quella più ramificata in tutto il Paese e sempre leader nel grande traffico internazionale di droga essendo quella più referenziata grazie anche alle relazioni che ha saputo tessere con esponenti politici, imprenditori e professionisti come è stato evidenziato in diverse indagini di polizia e in sede giudiziaria.
Il panorama criminale siciliano, poi, non è per niente tranquillizzante con Cosa Nostra sempre attenta a tutte le opportunità di guadagno mentre in Campania oltre alle varie organizzazioni camorristiche che controllano tutte le attività illegali ci sono gruppi delinquenziali di minore entità, costituiti in prevalenza da giovani ai quali vengono attribuite gran parte delle azioni violente ( le cosiddette stese) in agguati, sparatorie, intimidazioni. Nella realtà criminale pugliese oltre alla mafia foggiana ci sono la criminalità barese, la Sacra Corona Unita e gruppi di minore spessore autonomi sul piano organizzativo nelle loro aree. In Basilicata dove almeno fino al 2010 non si era rilevato alcun delitto né di associazione per delinquere semplice né di tipo mafioso e lo stesso per reati associativi in tema di traffico di droghe, la situazione è mutata negli ultimi anni favorita dalle interazioni con la criminalità foggiana, andriese, barese, tarantina ma anche campana e calabrese. Nella Capitale e in provincia sono di casa diversi esponenti delle cosche calabresi interessati al settore degli stupefacenti, alla gestione degli esercizi commerciali, al mercato immobiliare, agli appalti pubblici, allo smaltimento dei rifiuti ecc.. mentre  “ mafie locali” o“piccole mafie” (cosi indicate dalla Cassazione) sono dedite, per lo più ad estorsioni, usura, recupero crediti.
Sempre particolarmente aggressiva la criminalità organizzata albanese nel settore del traffico di droghe ( eccellenti rapporti con la criminalità pugliese per gli stupefacenti provenienti dall’Albania e dai Balcani), nello sfruttamento della prostituzione e nei reati contro il patrimonio. La mafia nigeriana si è diffusa in tutto il territorio nazionale arrivando persino in Sicilia dove è riuscita a “impressionare i mafiosi italiani” (relazione DIA-2019)  trovando un proprio spazio con la tolleranza di Cosa nostra. La criminalità cinese occupa nel nostro Paese, ormai da anni, una posizione di rilievo tra quelle di matrice etnica. Anche per la criminalità romena, particolarmente attiva nella tratta delle donne da avviare alla prostituzione, nei furti nelle abitazioni, nello sfruttamento della manodopera lavorativa, già in passato, a Torino, è stata riconosciuta la connotazione tipica dell’agire mafioso alla organizzazione denominata “Brigada”.
Una citazione particolare va riservata alla criminalità nord africana, in particolare alle organizzazioni marocchine, in grado di gestire l’intera filiera del narcotraffico (hashish) con il “primato”che i marocchini detengono da molti anni del maggior numero di stranieri denunciati per droga a livello nazionale. Ci sono, poi, bande e gruppi isolati composti in gran parte da georgiani, serbi, moldavi e romeni specializzati nei furti e rapine nelle case, nelle strade e nelle varie attività delinquenziali etichettate come “predatorie”. In quest’ultimo ambito si vanno evidenziando sempre più giovani e giovanissimi come nella recentissima operazione svolta a Milano dalla Polizia di Stato con l’arresto di 50 persone, di cui 18 minorenni, egiziani, marocchini, libici e italiani di seconda generazione, tutti accusati rapine aggravate in concorso. In crescita anche le truffe in danno di anziani commesse da ignobili delinquenti ( nei giorni scorsi ben dieci tentate truffe a Trieste nell’arco di una settimana).

 

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