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direttore Paolo Pagliaro

Banksy ad Assisi, esposizione-messaggio nella citta' della pace

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Banksy ad Assisi, esposizione-messaggio nella citta' della pace

L’arte provocatoria e rivoluzionaria di Banksy per la prima volta ad Assisi, per lanciare al mondo un messaggio di pace e speranza. Oltre cento opere dell’artista icona della street art contemporanea saranno in mostra dallo scorso 16 aprile fino al 2 novembre, nella terra di San Francesco. Un progetto unico, all’interno della suggestiva Rocca Maggiore, fortezza medievale e monumento simbolo che domina la città patrimonio UNESCO. L’esposizione – promossa dal Comune di Assisi, prodotta da Opera Laboratori e curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, con il patrocinio della Regione Umbria – s’intitola “Peace on Earth”, prendendo spunto dal graffito realizzato da Banksy a Betlemme, su un muro nei pressi della Grotta del Latte. Una scritta iconica, che contiene una postilla: “Terms and conditions apply”. Su questo si articola il progetto, che propone un’indagine sul valore della pace nell’arte di Banksy e vede come simbolo una colomba con il giubbotto antiproiettile e un ramoscello d’ulivo tra il becco, che lotta proprio per portare la pace. Un tema che anima tanto lo spirito della città di San Francesco, quanto la mano dell’anonimo artista e attivista britannico, da sempre impegnato su argomenti come giustizia, libertà, tutela dell’ambiente, pacifismo, attraverso opere dissacranti, dove la critica dissidente alla violenza avviene tramite immagini potenti e immediatamente accessibili a tutti, fra gioia e ironia. “Il dialogo ideale tra Banksy e San Francesco – affermano i curatori Antonelli e Marziani – porta il nostro sguardo sul ruolo dell’artista nella società odierna, mostrando l’identità etica di un protagonista unico nell’impegno concreto sul fronte sociale. Banksy è tra coloro che costruiscono messaggi visivi destinati ad un pubblico globale, con l’idea che l’opera nel fronte urbano sia il perfetto connubio tra un valore morale e uno spazio di ampia diffusione come può essere un muro o un edificio in città. Ripartire dalla Regola francescana, da un’essenza che significa spogliare il messaggio dal superfluo e dal mondano: ecco dove Banksy incontra la filosofia morale di San Francesco, ecco dove l’arte torna ad essere un valore collettivo e significativo”. “L’opera – proseguono – riprende così la sua sacralità iconografica, il suo peso sociale nel creare messaggi che parlano di pace, tolleranza, ascolto dei più deboli, tutela dell’infanzia e degli anziani. D’altronde, l’immagine che abbiamo scelto non poteva essere più chiara nel suo contenuto: una colomba che lotta per la pace, portando il ramo d’ulivo non solo tra luoghi di quiete ma anche nei contesti di guerra, affinché il messaggio dell’arte si trasformi in una regola d’ingaggio verso il dialogo. Sembra di sentire l’eco morbida di un filo rosso che connette sguardi sul mondo a distanza di secoli: perché i valori fondativi, non dimentichiamolo, rimangono gli stessi fin dalla notte dei tempi”. La mostra è divisa in sezioni, ponendo il pubblico di fronte a opere originali, che l’artista ha creato nel suo studio dal 1998 al 2010. Tra queste alcune immagini iconiche e di grande valore, come Flower Thrower, il lanciatore di fiori, e Girl with Balloon, la ragazza con il palloncino rosso a forma di cuore, nella sua versione originale del 2004. Pezzi straordinari ed esclusivi, perché se in molti conoscono il lavoro pubblico di Banksy, pochissimi hanno accesso al suo lavoro prodotto in studio. Materiali che vanno dalle serigrafie originali firmate e numerate prodotte da Pictures On Walls dal 2001 al 2009, all’intera produzione di copertine originali di dischi realizzate per i Blur, Hombre records e Wall of Sound, l'intera videografia di Bansky, poster, libri, t-shirt, fotografie originali, così come opere di artisti che hanno ispirato, collaborato e affiancato l’artista britannico nel suo percorso. Il progetto espositivo è frutto di uno studio multidisciplinare, che si avvale dei contributi dei curatori, di Paola Refice, direttore della Soprintendenza ABAP di Frosinone, Latina e Rieti, Francesca Iannelli, titolare della cattedra di Estetica all’Università di Roma Tre, Chiara Canali (PhD), curatrice e docente di linguaggi artistici dei nuovi media presso E-Campus, Giovanni Argan (PhD), ricercatore presso l’Università Ca' Foscari di Venezia. Tutti i contenuti presenti nella mostra, testi e immagini del catalogo, edito dalla casa editrice Sillabe, sono stati supervisionati, verificati per accuratezza e autenticità e approvati per conto di Banksy da Pest Control Office ltd, società che opera a nome dell’artista ed emette i certificati di autenticità. “Ancora una volta – sottolinea Valter Stoppini, sindaco f.f. della città serafica – parte da Assisi un monito contro guerra e ferocia umana, a favore della pace universale. Un grido potente, attraverso il linguaggio dell’arte, nell’anno in cui celebriamo l’ottavo centenario del Cantico delle Creature, scritto da San Francesco come inno alla vita e all’armonia fra uomo e natura. Una mostra-messaggio di grande spessore, capace di parlare a tutti, che rende Assisi ancor più protagonista nel panorama culturale nazionale e internazionale, rilanciandone il ruolo di città di pace, dialogo, bellezza”. “Una mostra straordinaria – evidenzia Fabrizio Leggio, assessore a turismo e marketing territoriale di Assisi – dove l’arte contemporanea incontra secoli di storia, valorizzando spazi e monumenti simbolo della città, come la suggestiva Rocca Maggiore. Un messaggio moderno di pace, che Banksy porta nel mondo e che Assisi incarna e rilancia utilizzando tutti i linguaggi possibili. Un evento di grande valore culturale e sociale, che propone la nostra città come luogo in cui è possibile vivere esperienze uniche”. “Ancora una volta – commenta Giuseppe Costa, presidente e Ceo di Opera Laboratori – dopo la mostra di Carlos Garaicoa proseguiamo questo connubio tra arte contemporanea e le architetture medievali della Rocca Maggiore, che si staglia sul colle che sovrasta Assisi. Attraverso le nostre officine creative, diamo voce agli artisti che vivono con noi il presente e attraverso strumenti differenti trasmettono il proprio messaggio culturale e sociale. Nell’anno del Giubileo, dalla città della pace, si propaga, anche attraverso la cultura, un messaggio di speranza”. (gci)

INTESA SANPAOLO: ANTICHE CERAMICHE GRECHE IN “DIALOGO” CON I FUMETTI

Intesa Sanpaolo ha aperto al pubblico dallo scorso 11 aprile, alle Gallerie d’Italia – Vicenza, la mostra “Ceramiche e Nuvole. Cosa le antiche ceramiche greche raccontano di noi”, curata da Francesco Poroli per Associazione Illustri e con il patrocinio del Comune di Vicenza. Un progetto inedito e ambizioso che pone in dialogo due mondi apparentemente lontani come quello delle antiche ceramiche con quello più attuale del fumetto mediante temi universali che attraversano i secoli. Così come le scene rappresentate sui vasi costituiscono una importantissima fonte di analisi storica e sociale, così nei tempi più moderni il fumetto racconta la società in tutte le sue sfaccettature e ne segue le evoluzioni e riflette sulle domande a cui da sempre l’uomo cerca una risposta. Esposte, per circa un anno (fino al 22 marzo 2026), quattro opere selezionate dalla collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo, che saranno poste a confronto con l’arte del fumetto, su quattro temi attuali correlati ad altrettanti personaggi della mitologia: Elena o delle donne - a raccontare le donne e il femminile; Dioniso o della diversità - a farsi protagonista del tema della diversità; Aiace o dei conflitti - a raccontare i conflitti e le guerre; Eros o del desiderio - come simbolo dell’amore, dei sentimenti e del desiderio. Gli artisti ai quali è stato affidato il compito di misurarsi con l’arte magnogreca sono Lorenza Natarella, sul tema del femminile, Elisa Macellari per Dioniso, Fabio Pia Mancini per Aiace, Giovanni Esposito, in arte Gio Quasirosso per Eros. In chiusura dell’esposizione sarà presentata una selezione fotografica della celebre Hydria (kalpis) attribuita al Pittore di Leningrado in collezione Intesa Sanpaolo e un video animato, realizzato dai giovani talenti Lunastorta e Walter Dessì, che crea un parallelismo tra gli artigiani di un tempo e i creativi di oggi. Saranno organizzate attività didattiche e laboratori per le scuole e per i visitatori, family lab, talk con gli artisti e un ciclo di incontri del palinsesto #Inside aperti gratuitamente per la cittadinanza. L’iniziativa pone particolare attenzione al tema dell’accessibilità. L’esposizione è dotata infatti di supporti tattili e riproduzioni 3D per essere ampiamente inclusiva, con l’obiettivo di ridurre, per quanto possibile, le barriere culturali, sensoriali, motorie, intellettive e psichiche, al fine di creare uno spazio condiviso. Michele Coppola, executive director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e direttore generale delle Gallerie d’Italia, ha affermato: “Valorizziamo le nostre collezioni con riletture sempre nuove delle opere, per riscoprirne bellezza, valore e attualità. Questo è il significato di Ceramiche e nuvole che, con Illustri, affida all’estro di giovani artisti il racconto dei nostri preziosi vasi. I loro lavori originali evidenziano come le opere antiche siano ancora oggi vicine alla sensibilità e ai temi contemporanei. Le Gallerie d’Italia sono luogo di creatività e condivisione per mantenere vivo il legame tra il patrimonio culturale e la comunità”. La collezione Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magnogreche è costituita da oltre cinquecento reperti provenienti da Ruvo di Puglia, fiorente centro antico nell’attuale provincia di Bari. I vasi, che nel loro insieme forniscono una preziosa testimonianza della cultura della Grecia d’Occidente, furono importati da Atene o prodotti in Puglia e in Lucania tra VI e III secolo a.C. La collezione era in origine di proprietà della famiglia Caputi che dal 1830 iniziò a raccogliere, evitandone la dispersione, i vasi venuti alla luce dagli scavi condotti a Ruvo in località Arena, appartenenti probabilmente a un’unica necropoli. La raccolta, confluita nel patrimonio d’arte della Banca sin dal 1999, è conservata nella sua interezza nelle Gallerie d’Italia di Napoli. Il museo di Vicenza, che ha precedentemente custodito la collezione, è sede di un’attività di valorizzazione incentrata su piccoli nuclei di ceramiche selezionate dalla raccolta. Il museo di Vicenza, insieme a quelli di Milano, Napoli e Torino, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. (redm)

GIUBILEO, A ROMA I DUE CAPOLAVORI SU PASQUA DI REMBRANDT E BURNAND

Un’occasione per ammirare due capolavori legati alla Pasqua: dallo scorso 8 aprile al 25 maggio la Chiesa di San Marcello al Corso, a Roma, ospita la mostra “Il Cammino della Speranza. Rembrandt e Burnand a Roma”. L’evento, parte della rassegna “Il Giubileo è Cultura”, si colloca nel contesto dell’anno giubilare ed è promosso dal Dicastero per l’Evangelizzazione. La mostra, curata da don Alessio Geretti, consiste nell’esposizione di due opere di eccezionale importanza: I discepoli Pietro e Giovanni corrono insieme al sepolcro di Cristo il mattino della Resurrezione di Eugène Burnand (1898) e La Cena in Emmaus di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn (1629). Si tratta di due dei più celebri dipinti al mondo dedicati al giorno pasquale, giorno della Resurrezione di Gesù Cristo dai morti. L’opera di Burnand, presentata al Salon di Parigi, è una rappresentazione iconica dei discepoli Pietro e Giovanni che corrono verso il sepolcro al mattino della Risurrezione. La luce solare che illumina la scena simboleggia la speranza e la rinascita trasmettendo un'intensità spirituale unica. L'opera, acquistata dallo Stato francese, è oggi esposta al Musée du Luxembourg, dove continua a emozionare i visitatori con il suo potente messaggio di fede. Il capolavoro di Rembrandt, invece, racconta il momento di rivelazione del Cristo risorto catturato in un potente gioco di luci e ombre. La scena, che descrive l'incontro di due discepoli con Gesù, esprime un forte sentimento religioso, mettendo in luce l'invisibilità e il mistero della divinità. Quest’opera di Rembrandt, che può essere ammirata raramente in Italia, è particolarmente significativa nel contesto del Giubileo. I due quadri, esposti a Roma, offrono una riflessione profonda sulla fede, sulla speranza e sulla potenza dell'arte nel trasmettere i messaggi spirituali più elevati. (redm)

HUGO PRATT, A SIENA L’ESPOSIZIONE “GEOGRAFIE IMMAGINARIE”

Dal 1995 anno della morte di Hugo Pratt sono trascorsi trent’anni, un lasso di tempo che ha reso, se è possibile, ancora più celebre il fumettista italiano, uno dei pochi che ha raggiunto un’autentica fama internazionale. I suoi disegni e le sue storie, vere e proprie opere d’arte realizzate con il felice connubio tra una splendida iconografia e intensi racconti, hanno fatto il giro del mondo. Opera Laboratori a Siena, a Palazzo delle Papesse, rende omaggio ad Hugo Pratt con la più grande mostra monografica a lui dedicata. Dallo scorso 11 aprile fino al 19 ottobre a Siena la mostra “Hugo Pratt. Geografie immaginarie” racconta questo grande artista attraverso 300 opere originali tra tavole, disegni a china e acquerelli. Sono esposti anche materiali inediti, come schizzi, bozzetti e documenti personali, sculture di legno. Grandi riproduzioni, un allestimento coinvolgente con installazioni e scenografie digitali consentono di entrare nell’universo di uno dei più grandi disegnatori, tra i primi a trasformare il fumetto in un mezzo espressivo con un valore artistico e letterario, attraverso supporti multimediali che facilitano l’approccio all’autore con proiezioni alle pareti, filmati e anche due sale immersive. All’ingresso di Palazzo delle Papesse l’imponente statua che raffigura Corto Maltese realizzata dalle grandi officine di Opera Laboratori, replica fedele di quella in bronzo - di due metri e mezzo e oltre 250 chili - realizzata da Livio Benedetti, scultore franco-italiano amico di Pratt, e attualmente ospitata nella piazza Hugo Pratt di Grandvaux. Nelle sale rinascimentali di Palazzo delle Papesse viene raccontata la vita e l’arte del papà di Corto Maltese nella mostra prodotta da Opera Laboratori e curata da Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem della società Cong che gestisce e promuove tutto il patrimonio artistico di Pratt, con l’allestimento dell’architetto Giovanni Mezzedimi. “In questa mostra - spiegano i curatori - abbiamo cercato di illustrare il genio di Pratt esponendo non solo le sue celebri strisce a fumetti e i suoi straordinari acquarelli, ma abbiamo provato a raccontare le origini e il continuo percorso evolutivo di questo grande disegnatore e narratore”. La mostra si muove su più filoni espositivi partendo dall’infanzia e dalla formazione di Pratt. La sua sete di conoscenza lo ha portato a raccogliere ben 17.000 libri di ogni formato ed epoca nella sua biblioteca contribuendo al suo stile in continua evoluzione nel corso di cinquant’anni di prolifica attività. “Per questo motivo - precisano Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem - le creazioni del Maestro veneziano rimangono fervidamente vive e vengono costantemente riscoperte e interpretate”. Poi c’è la passione per il mondo del cinema che nasce in lui fin da giovanissimo, quando la nonna lo portava a vedere pellicole western o film come Gli ammutinati del Bounty o Il risveglio delle Strega rossa dai quali indubbiamente nasce in lui il fascino per il mondo marinaro che farà da sfondo al suo più iconico personaggio: Corto Maltese. L’ispirazione letteraria presa da libri come l’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, una delle sue avventure preferite, adattata in un memorabile racconto a fumetti, senza dimenticare l’universo poetico di Rimbaud e Kipling, i cui versi Pratt inserisce fra i dialoghi dei suoi fumetti, ma anche Rilke, Shelley, Coleridge, London presenti in tante sue storie. Fino ad arrivare a L’Odissea che per Pratt è il romanzo d’avventura per eccellenza: “Tutti gli avventurieri sono in qualche modo figli di Omero”. Ulisse, come sottolineano anche gli autori, “Condivide con Corto Maltese la curiosità e l’incessante inquietudine e propensione al viaggio”. Il marinaio, l’icona che ha reso Pratt famoso in tutto il mondo, nasce, dunque da tante immagini cinematografiche, dai libri letti e dal desiderio di libertà innato del grande artista veneziano. Impossibile non ricordare le donne che hanno ispirato Pratt lungo tutto il suo percorso artistico. Avventuriere, rivoluzionarie, romantiche ma sempre dal carattere forte. Le figure femminili raccontate da Pratt sono spesso coinvolte in ruoli straordinari e hanno in comune con Corto Maltese l’amore per la libertà e il rispetto. Fra i molteplici interessi artistici, Pratt ha manifestato una notevole attrazione nei confronti del movimento della Pop Art, fra le due figure chiave di questa corrente artistica, Andy Warhol e Roy Lichtenstein, avevano creato un particolare linguaggio visivo ispirandosi al mondo dei fumetti ingrandendo immagini partendo da una vignetta. La risposta di Pratt, attraverso copertine e opere serigrafiche di grande formato, iniziò negli Anni ‘60 e proseguì per tutta la vita portandolo ad ingrandire a dismisura determinati dettagli presenti nei suoi disegni, tanto da renderli astratti. “L’arte del disegno di Pratt - aggiungono Zanotti e Amsellem - è al servizio di questa libertà di espressione. Le sue linee semplici e chiare sono ridotte all'essenziale per raggiungere direttamente il lettore, il suo bianco e nero è radicale. L’uso dell’acquerello amplia l’immaginazione, rendendola poetica e tendente al sogno”. Il grande lavoro di Pratt non si limita, dunque, alle avventure di Corto Maltese. Nel corso della sua vita di viaggi e incontri, il maestro veneziano tradusse nelle sue storie le atmosfere assimilate nelle geografie del mondo. “Questa mostra - concludono i curatori - vuole idealmente condurre i visitatori attraverso sette porte che possono essere considerati ingressi e percorsi dentro altrettanti mondi dello splendido immaginario di Hugo Pratt che nasce sicuramente dalla visione di numerosi film e dalla lettura di tanti libri. Vuole anche rendere omaggio a un grande artista del Novecento, un vero apritore di porte che ci ha condotto con le sue storie a compiere un viaggio che è quasi un sogno nei diversi mondi dei suoi molteplici interessi risvegliando in noi il vero senso dell’avventura: la ricerca di ciò che deve ancora avvenire. Ci voleva un altro grande intellettuale del Novecento, Umberto Eco, per definire al meglio l’essenza del grande Maestro veneziano: ‘Pratt rende materia di narrazione avventurosa la propria nostalgia della letteratura, e la nostra’”. L’esposizione è arricchita da “Bottega Corto Maltese”, ovvero una linea di merchandising dedicata capace di esprimere tutta l’immaginaria creatività di Corto Maltese oltre al catalogo prodotto in coedizione delle case editrici Sillabe e Cong Edizioni. Il gusto di Corto Maltese potrà essere sperimentato nella caffetteria bistrot e nella Corte di Palazzo delle Papesse con un menù dedicato ai luoghi e ai sapori delle geografie immaginarie. Non mancheranno i laboratori con focus dedicati al disegno, alla poetica di Hugo Pratt e al mondo del fumetto, visite guidate al percorso espositivo e al Palazzo con la corte, le sue sale e l’altana luogo privilegiato di osservazione sulla città di Siena e i territori che la circondano. (redm)

A RAGUSA I REPERTI DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO, PER LA PRIMA VOLTA IN SICILIA

La Sicilia per la prima volta ospita i reperti delle collezioni del Museo Egizio, il più antico Museo al mondo dedicato alla storia dell’antico Egitto. Ragusa, capitale del barocco, accoglierà a partire dallo scorso 13 aprile fino al 26 ottobre la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, che propone un viaggio alla scoperta di una delle civiltà più antiche del Mediterraneo. Oltre tremila anni di storia lungo le sponde del Nilo saranno narrati al Museo della Cattedrale - Palazzo Garofalo, dove si potranno conoscere le abitudini, l’arte, la religione, le tombe e molto altro ancora, attraverso l’esposizione di 24 reperti provenienti da Torino, e con la partecipazione di alcuni musei siciliani che ospitano opere egizie quali il Museo Archeologico Nazionale Antonio Salinas di Palermo, il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa, e il Museo del Papiro “Corrado Basile” di Siracusa. La mostra, attraverso l’esposizione di preziosi manufatti antichi, sale multimediali, apparati didattici e scenografici, consente di comprendere e di immergersi nel mondo dell’antico Egitto, per una esperienza unica. Promossa dal Comune di Ragusa e dal Museo Egizio – Torino, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, in compartecipazione con la Fondazione Federico II, con il sostegno della Provincia di Ragusa, Regione Siciliana – Assessorato del turismo, dello spettacolo e dello sport e Assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana, Aeroporto di Catania, GAL Terra Barocca ed Enjoy Barocco – Sicilian Experience ed è curata per il Museo Egizio da Paolo Marini. Nel Museo della Cattedrale – Palazzo Garofalo di Ragusa, gioiello del barocco siciliano, i visitatori scopriranno l’antica civiltà nilotica attraverso un percorso espositivo ideato attorno ai reperti del Museo Egizio – oltre alle opere provenienti dai musei della Sicilia -, un racconto a ritroso nel tempo, dall’Epoca Predinastica (3900−3300 a.C.) all’Età greco-romana (332 a.C.−395 d.C.). Vasi, stele, amuleti e papiri, oltre a una maschera funeraria in cartonnage, offriranno al pubblico una sintesi del Museo Egizio più antico al mondo, che celebra nel 2025 i duecento anni dalla sua nascita. Tra i capolavori in mostra, un modellino di imbarcazione proveniente dai corredi funerari del Primo Periodo Intermedio (2118 - 1980 a.C.), in legno stuccato e dipinto, decorato con la coppia di occhi udjat a protezione dello scafo. Per gli antichi egizi il viaggio del defunto verso la città sacra di Abido avveniva su questo tipo di imbarcazioni. Dalla Galleria della cultura materiale del Museo Egizio proviene il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio (1076 - 722 a.C.). I 4 vasi, utilizzati per conservare separatamente gli organi del defunto, sono chiusi da coperchi che ritraggono le teste zoomorfe dei Figli di Horus. L’esposizione dedica anche un focus alle figure di Johann Joachim Winckelmann e Jean-Francois Champollion, con una riflessione che riporta il visitatore alle origini dell’egittologia. Winckelmann, massimo esponente del Neoclassicismo, fu il primo a scrivere un trattato sull'arte egizia, mentre Champollion, decifratore dei geroglifici, contribuì alla comprensione della lingua e della cultura egizia, gettando le basi dell'egittologia moderna. “Quando, nei mesi scorsi, il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, tenne due straordinarie e coinvolgenti conferenze sulla civiltà egizia - dichiara il sindaco di Ragusa Peppe Cassì - furono centinaia i ragusani accorsi ad ascoltarlo, ammaliati del fascino di una storia che, a dispetto del termine ‘storia’, è senza tempo. Fu l’ennesima conferma della passione per la cultura che anima il nostro territorio, luogo di ispirazione di alcuni degli ultimi giganti della letteratura, come Sciascia, Bufalino e Consolo, nonché del Camilleri cinematografico. ‘Gli Egizi e i doni del Nilo’ si inserisce così in un programma di eventi culturali che di gran lunga anticipa e prolunga la nostra estate, da primavera ad autunno inoltrato: esperienze, percorsi, attività, spettacoli e incontri che permetteranno di sentire addosso la ‘suggestione Ragusa’.” “Portare a Ragusa una mostra di tale portata, con il pieno coinvolgimento del prestigioso Museo Egizio di Torino, sembrava un sogno ambizioso. Oggi è realtà: con ‘Gli Egizi e i doni del Nilo’ Ragusa e tutta la Sicilia si apprestano a vivere un viaggio straordinario nella geografia e nel tempo, con reperti che raccontano millenni di civiltà, di arte e di spiritualità di là dal Nilo. Questa esposizione rappresenta un'importante opportunità per Ragusa, che si afferma sempre più come centro culturale di livello internazionale, capace di attrarre e ospitare iniziative di riconosciuto valore, meta di riferimento per chi ama l'arte. Il risultato è frutto di un lavoro comune, avviato negli scorsi anni grazie al dialogo con il direttore del Museo Egizio, Christian Greco, a cui va la nostra gratitudine, e reso possibile dal contributo di numerose realtà del territorio: istituzioni politiche e culturali, aziende di eccellenza, associazioni di categoria e cittadini, che hanno risposto con entusiasmo alla sfida”, afferma l’assessore Giovanni Gurrieri. “Il Museo Egizio porta in Sicilia una mostra e una storia millenaria raccontata da reperti originali che, dinastia dopo dinastia, conducono i visitatori dal IV millennio a.C. al II secolo d.C.: si parte con un antichissimo vaso, le cui pareti raccontano l’attività che si svolgeva lungo il Nilo, e si termina con una maschera funeraria in cartonnage, emblema di quel Paese che, ormai conquistato dai Romani, rimane ancora aggrappato alle usanze dell’Egitto faraonico. Il tutto è arricchito da istallazioni digitali che permettono di trasformare semplici copie in artefatti, in grado di coinvolgere il pubblico e di raccontare più storie. Fondamentali le sinergie con altre importanti istituzioni museali della regione, come il Museo Archeologico Regionale ‘Antonio Salinas’ di Palermo e il Museo del Papiro ‘Corrado Basile’ di Siracusa”, dichiara il curatore del Museo Egizio e della mostra, Paolo Marini. “Da qualche anno portiamo avanti un bellissimo progetto di valorizzazione dei territori italiani meno conosciuti al pubblico delle mostre d’arte - dice Iole Siena, presidente di Arthemisia - è un progetto che mi sta molto a cuore, sia perché ritengo che l’eccellenza del nostro paese risieda proprio in quei centri che sono più piccoli solo geograficamente, e per un sentire fortemente etico, che mi spinge a voler mettere l’arte e le grandi mostre a disposizione di tutti. Le mostre d’arte portano inevitabilmente con sé anche uno sviluppo turistico ed economico, e questo dà ancora più senso a tutto il lavoro che facciamo. Ragusa rappresenta il cuore pulsante di questo progetto, e sono particolarmente felice di partecipare a questa ‘prima volta’, dato anche il mio personale e strettissimo legame affettivo con la Sicilia”. La mostra vede come main sponsor Generali Valore Cultura, come sponsor Toyota TD Car e come sponsor tecnici Siet, Ghibli e Aia Servizi. Special partner: BAPS - Banca Agricola Popolare di Sicilia, ANCE Ragusa, Co.farm, Despar, Horus vini, Hyper, Cappello Group, ND petroli, Gruppo Cappadona, Nova Quadri, Labichella, Ariap, Engel & Volkers Ragusa, Si.Sac. Partner tecnici: Moak, Ricca IT, Mosaicoelearning, Peluso, Centro Copigrafico Eliosprint, Ideology Creative Studio, Specter3D, OMICRON Elettronica, Superior Build, Lorefice Piante, Aircon. Mobility partner Etna trasporti. Il catalogo è edito da Moebius. (gci)

A MODICA (RG) L’ESPOSIZIONE “IO, RENATO GUTTUSO”

Un’occasione per scoprire l’arte di Renato Guttuso: dal 19 aprile fino al 19 ottobre presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modica (RG), sarà possibile visitare la mostra “Io, Renato Guttuso” a cura di Giuliana Fiori e Anna Papale. Si tratta della seconda tappa, la prima risale al 2020 presso il Comune di Noto, di questo progetto espositivo organizzato da Sikarte, associazione culturale siciliana che si propone come punto d’unione tra location d’eccezione e artisti storicizzati e contemporanei, cercando di rendere più fruibili al pubblico i luoghi unici del territorio isolano anche attraverso l’ideazione di mostre d’arte. “Sikarte - spiega Graziana Papale, presidente dell’associazione culturale siciliana - vuole rendere il mondo dell’arte accessibile a tutti, coinvolgendo il pubblico a trecentosessanta gradi attraverso l’organizzazione di eventi e attività culturali. La mostra Io, Renato Guttuso intende celebrare il grande artista siciliano svelando le sue passioni e il suo animo, senza tralasciare il suo impegno politico e artistico. Questa seconda tappa del progetto mantiene la linea curatoriale scelta da Giuliana Fiori, recentemente venuta a mancare e si nutre anche del nuovo contributo dato dall’altra curatrice, Anna Papale. A cambiare sono la location e la città che la ospita. La mostra, infatti, sarà allestita presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso a Modica che rafforza ancora di più il senso ideologico di alcune tematiche sociali affrontate dall’artista”. Intento dichiarato della mostra è scandagliare l’animo forte e poliedrico di Renato Guttuso, il suo Io più profondo e intimo. Sarà, infatti, realizzato un racconto visivo attraverso un’accurata selezione di opere - oli e disegni - che sveleranno il Guttuso uomo, artista, intellettuale, politico e scenografo. Ogni lavoro esposto mostrerà un lato pubblico o privato della sua vita. “È davvero un prestigio per Modica accogliere un evento eccezionale - dichiara Maria Monisteri Caschetto, sindaca di Modica - come la mostra con le opere del maestro Renato Guttuso. Un orgoglio che si unisce alla soddisfazione di confermare la nostra Città come luogo di richiamo per gli appassionati d’arte e non solo. Questa mostra è un gioiello che si incastona nella bellezza di Modica e che ci accompagnerà per sei mesi, accogliendo migliaia di visitatori e confermandosi un evento di caratura internazionale. Sono davvero contenta come Sindaca di poter vivere un avvenimento che segna ulteriormente il successo di quella vocazione che fa di Modica luogo di cultura e che, come amministrazione comunale, abbiamo scelto di seguire e sostenere. Dopo Blu Sicilia, Modica può fregiarsi di questo quest’altra eccellente mostra sempre con la firma in calce di Sikarte, a testimonianza di un solco tracciato e che percorriamo insieme per rendere la nostra Città ancora più bella e attrattiva”. “Io, Renato Guttuso” è una mostra/racconto dell’artista che ne ripercorre le varie fasi creative e di vita con i relativi stati d’animo. Dalla sua nostalgia per la Sicilia al suo trasferimento a Roma; dai suoi affetti/amori all’eros e alle muse ispiratrici. E ancora, dal suo impegno politico ai simboli dei valori sociali palesati nelle sue nature morte e nelle tele dal taglio storico in cui racconta le battaglie per l’uguaglianza sociale. Infine, la sua prolifica produzione di scenografie per il teatro, e la cospicua collezione di bozzetti dei costumi di scena, risalenti anche agli Anni ’50. “La mostra - spiega Anna Papale, co-curatrice della mostra - intende documentare il percorso artistico e l’impegno sociale di Guttuso, artista noto per le sue energiche rappresentazioni, ricche di esuberanti suggestioni espressive. Al tempo stesso, però, essa si propone come un mezzo per raccontare Renato Guttuso nella sua intima quotidianità, un modo per ripercorrere l’iter emotivo, intenso e passionale, che egli trasfuse a piene mani nella sua avventura creativa. Una duplice chiave di lettura dunque, dell’artista e di Renato, uomo intellettuale e popolare, cittadino militante, dalla quale traspare una densa vitalità e una libera (e spesso trasgressiva) partecipazione a tutto tondo alla realtà del suo tempo, vicina, vicinissima e lontana”. La mostra è ospitata presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso nel Palazzo della Cultura di Modica, edificio seicentesco e Monastero di Benedettine fino al 1860. La location gioca un ruolo fondamentale: le opere e l’impegno di Guttuso presentano un legame con la Società Operaia di Mutuo Soccorso per la forte componente sociale, politica e ideologica che nella storia ha caratterizzato entrambi. La pittura di Guttuso è stata un mezzo di denuncia sociale e impegno politico, mentre la Società Operaia di Mutuo Soccorso, nata nel XIX secolo per offrire assistenza ai lavoratori, ha condiviso un intento simile verso la solidarietà e il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. Inoltre, entrambi utilizzarono la cultura come patrimonio ideologico per elevare la coscienza di tutte le classi sociali ed esprimere istanze politiche e sociali. “Siamo molto contenti - dichiara Giorgio Solarino, presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modica - di rinnovare per il secondo anno consecutivo la nostra collaborazione con Sikarte. Ospitare, inoltre, una mostra su Renato Guttuso è per noi un onore visto lo stretto rapporto che vi è tra le tematiche sociali, ideologiche e politiche affrontate da noi come Ente e dall’artista all’interno della sua ricerca e delle sue opere”. Il progetto gode del patrocinio dell’Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, del Comune di Modica, dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana), della Società Operaia di Mutuo Soccorso, di Enjoy Baroccoe di MUSEUM Osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia. Sponsor del progetto: Dr.ssa Tarico Chirurgia Plastica, Tariskin e DiCasaInSicilia; i partner: Casa d’arte San Lorenzo, Elenk’art; sponsor tecnici: Papercut, Miartè, Sikaniawood, Lo Magno Arte Contemporanea. I media partner: Ragusa News e Balloon Project; gli hospitality partner: Edel, ‘a Lecca e ‘a Mecca, Ferro Hotel e per il supporto: Sotto San Pietro, Salomone Assicurazioni, Cappero, Inghiotto. (gci)

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