Il 22 dicembre 1947 la Costituzione repubblicana, la legge fondamentale e fondativa dello Stato Italiano, viene approvata dall’Assemblea Costituente dopo uno scrutinio segreto che vede 214 voti a favore e 145 contrari. Il capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, la promulga il 27 dicembre e lo stesso giorno viene pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 298. L’entra in vigore è dell’1 gennaio 1948. Per la sua nascita si parlerà di “compromesso costituzionale” a causa della commistione di concezioni politiche diverse che le diedero origine. Le forze in seno all’Assemblea, infatti, non avendo certe idee sul prosieguo della vita politica italiana, piuttosto che tentare di ostacolare le altre parti politiche spinsero per l’approvazione di norme che rispecchiassero i rispettivi principi base. In base al decreto n. 98 del 1946 l’Assemblea doveva sciogliersi il giorno dell’entrata in vigore della Costituzione e comunque non oltre l’ottavo mese dalla sua prima riunione. Il termine di chiusura dei lavori fu prorogato dapprima al 24 giugno 1947 (legge costituzione 17 giugno 1947, n. 1) poi al 31 dicembre 1947 (legge costituzionale 17 giugno 1947, n. 2). Ma lavorò fino al 31 gennaio 1948 in virtù della prorogatio contenuta nella XVII disposizione transitoria della Carta. Le sue commissioni funzionarono anche dopo tale data, fino all’aprile 1948. L’Assemblea si era riunita per la prima volta il 25 giugno 1946, con la presidenza di Gisueppe Saragat dopo che il 2 giugno si erano svolti contemporaneamente il referendum istituzionale volto all’abolizione della monarchia e l’elezione dell’Assemblea Costituente, con la partecipazione dell’89% degli aventi diritto. Il 54% dei voti (più di 12 milioni) decise per lo Stato repubblicano, superando di 2 milioni i voti dei monarchici, che contestarono l’esito del voto.
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