Il 12 gennaio 1998, 19 nazioni europee concordano di vietare la clonazione umana. E’ un passaggio fondamentale nella giovane storia della bioetica, al cui interno il dibattito è acceso su una molteplicità di temi. Secondo i sostenitori di tale pratica a scopo terapeutico, infatti, tale opzione scientifica potrebbe fornire cellule geneticamente identiche adatte a pratiche di medicina rigenerativa, fino a tessuti ed interi organi adatti a trapianto. Questo tipo di cellule, tessuti e organi non dovrebbero indurre una risposta immune e dunque non sarà necessaria la terapia adiuvante con immunosoppressori. Potrebbero beneficiare sia la ricerca di base che gli sviluppi terapeutici per malattie gravi come il cancro, l'insufficienza cardiaca e il diabete, ed inoltre si potrebbero avere miglioramenti nella terapia delle ustioni e la chirurgia plastica e ricostruttiva. Il bioetico Jacob M. Appel della New York University sostiene che "i bambini clonati per fini terapeutici" come ad esempio "per donare il midollo osseo a un fratello affetto da leucemia" potrebbero essere visti un giorno come eroi.
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