“Per voi e con voi sono romano”. Papa Leone XIV ha preso ieri ufficialmente possesso della Cathedra Romana nella basilica di San Giovanni in Laterano e nel suo percorso tra il Vaticano e la basilica romana si è fermato in Piazza dell’Aracoeli, ai piedi del Campidoglio ricevendo il saluto del sindaco della città, Roberto Gualtieri. L'ultimo Papa a compiere questo gesto era stato Giovanni Paolo I nel 1978. “Iniziando ufficialmente il ministero di pastore di questa diocesi, sento la grave ma appassionante responsabilità di servire tutte le sue membra, avendo a cuore anzitutto la fede del popolo di Dio, e quindi il bene comune della società”, ha detto il Pontefice dopo aver ricevuto l’omaggio del sindaco e aggiungendo che “siamo collaboratori, ciascuno nel proprio ambito istituzionale”. Al Regina Coeli – per la prima volta dalla finestra del suo studio al palazzo Apostolico - aveva lanciato un nuovo appello per la pace e il dialogo tra le parti nei tanti conflitti che affliggono il mondo. “La nostra preghiera abbraccia tutti i popoli che soffrono a causa della guerra”: “invochiamo coraggio e perseveranza per quanti sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della pace”. E nella basilica lateranense, dove si è insediato ufficialmente come vescovo di Roma, ha sottolineato che la Chiesa di Roma è “erede di una grande storia, radicata nella testimonianza di Pietro, di Paolo e di innumerevoli martiri, e ha una missione unica, ben indicata da ciò che è scritto sulla facciata di questa cattedrale: essere Mater omnium Ecclesiarum, madre di tutte le Chiese”. Nella sua omelia ha sottolineato come nelle comunità cristiane delle origini “l’ascolto più importante, che ha reso possibile tutto il resto, è stato quello della voce di Dio”. “Solo in tale tensione, ciascuno può sentire in sé – ha aggiunto - la voce dello Spirito che grida: ‘Abbà! Padre!’ e di conseguenza ascoltare e comprendere gli altri come fratelli”. “Nelle scelte della vita non siamo soli. Lo Spirito ci sostiene e ci indica la via da seguire, insegnandoci e ricordandoci tutto ciò che Gesù ha detto”. E dalla loggia di San Giovanni in Laterano, al termine della celebrazione, ha salutato i tanti presenti: “Cari fratelli e sorelle, comunità di Roma, mi fa tanto piacere essere qui con voi stasera, in questo atto liturgico che abbiamo celebrato, l’insediamento come il vostro nuovo vescovo di Roma. Grazie a tutti voi” e l’invito a “vivere la nostra fede, specialmente durante questo anno del Giubileo, cercando la speranza, però cercando di essere noi stessi testimonianza che offre la speranza al mondo, un mondo che soffre tanto, tanto dolore per le guerre, la violenza, la povertà”. E poi, in papamobile ha raggiunto la basilica di Santa Maria Maggiore dive si è recato in forma privata e dove ha sostato in preghiera dinanzi all’icona della Salus Populi Romani, affidando a Maria il suo ministero e la città di Roma e ha salutato e benedetto tutti dalla loggia della Basilica. “E' una bellissima opportunità per rinnovare questa devozione a Maria Salus Populi Romani che ha accompagnato tante volte il popolo di Roma nelle sue necessità”, ha detto chiedendo a “Dio, per intercessione della sua Madre, che benedica tutti voi, le vostre famiglie, i vostri cari e ci aiuti tutti a camminare insieme nella Chiesa, uniti come l'unica famiglia di Dio”. Nella basilica anche una preghiera sulla tomba del predecessore papa Francesco che ha scelto di essere seppellito qui. (26 mag - Leo)
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