Il contratto tra il nostro governo e la società israeliana Paragon è stato prima sospeso in data 14 febbraio e poi rescisso: lo rende noto il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), in merito all'utilizzo del software Graphite. “A seguito del clamore mediatico suscitato dalla vicenda, il 14 febbraio 2025 Paragon, Aisi e Aise hanno concordemente deciso - secondo quanto chiarito in sede di audizioni al Comitato - di non impiegare, dunque di sospendere temporaneamente, le capacità del software Graphite su nuovi target rinviando ogni decisione all'esito di approfondimenti da parte del Comitato parlamentare e dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Nel corso delle audizioni è stato peraltro specificato che la durata di tale sospensione sarebbe stata determinata in relazione agli esiti dell'approfondimento svolto dal Comitato e oggetto della presente relazione. In occasione dei sopralluoghi effettuati dal Comitato presso le Agenzie, è stato precisato che, successivamente alla sospensione, si è addivenuto alla decisione di rescindere comunque il contratto con Paragon" si legge nella relazione del Copasir. Secondo quanto riporta Fanpage, il cui direttore Francesco Cancellato è stato tra i giornalisti spiati tramite il software, l'azienda israeliana “ha dichiarato di aver rescisso tutti i suoi contratti con il governo italiano dopo il rifiuto di quest'ultimo di collaborare a verifiche e controlli per appurare chi avesse spiato Cancellato e come”. "L'azienda – si legge in una nota – ha offerto al governo e al parlamento italiano un modo per determinare se il suo sistema fosse stato usato contro il giornalista in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali", ma "poiché le autorità italiane hanno scelto di non procedere con questa soluzione, Paragon ha rescisso i suoi contratti in Italia”. "La vicenda dello spionaggio a giornalisti e attivisti tramite lo spyware di Paragon sta diventando ancora più oscura e inquietante. La nota della società israeliana riportata dal quotidiano Fanpage smentisce clamorosamente quanto affermato ufficialmente dal Copasir: secondo tale versione il governo italiano avrebbe rifiutato la collaborazione di Paragon per individuare gli autori delle intercettazioni illegali. Se così fosse o il governo ha mentito al Copasir, o il Copasir ha scritto cose non aderenti ai fatti, oppure Paragon si è inventata una versione per discolparsi. A questo nuovo elemento, che aggiunge confusione e ambiguità, possiamo solo ribadire con forza la nostra richiesta di verità e trasparenza e sollecitare la magistratura a procedere rapidamente per accertare cause e autori di una clamorosa violazione della legge" afferma Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. “Dopo le gravi e inquietanti dichiarazioni di Paragon il governo non ha più alibi e deve riferire in Parlamento. Secondo quanto riportato da Fanpage, l’azienda israeliana si era resa disponibile a collaborare per chiarire chi, in Italia, avesse utilizzato il software Graphite e contro chi fosse stato impiegato. Ma il governo Meloni ha detto no. Ha scelto consapevolmente di non collaborare, impedendo che emergessero i nomi degli ‘spioni’ e delle vittime della sorveglianza. Perché?”. (Roc)
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