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direttore Paolo Pagliaro

IL PAPA: LA PERSONA
NON E’ UN ALGORITMO

IL PAPA: LA PERSONA <BR> NON E’ UN ALGORITMO

Uno “slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede”. Lo ha chiesto papa Leone XIV ai vescovi italiani ricevuti in Vaticano. Quella italiana è stata la prima conferenza episcopale ricevuta dal nuovo Pontefice dall’8 maggio scorso quando i cardinali, riuniti in Conclave, lo hanno chiamato come 266 successore dell’Apostolo Pietro.

Per il Papa si tratta di “porre Gesù Cristo al centro e aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo”. In un tempo di “grande frammentarietà” occorre “tornare alle fondamenta della nostra fede”, “portare Cristo nelle ‘vene dell’umanità’, rinnovando e condividendo la missione apostolica. E si tratta di discernere i modi in cui far giungere a tutti la Buona Notizia, con azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio”. Tra le sfide Leone XIV ha indicato il “rispetto per la dignità della persona umana”. L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media “stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita. La persona  non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero”. Da qui l’auspicio affichè il cammino sinodale delle Chiese in Italia includa, “in coerente simbiosi con la centralità di Gesù, la visione antropologica come strumento essenziale del discernimento pastorale. Senza una riflessione viva sull’umano – nella sua corporeità, nella sua vulnerabilità, nella sua sete d’infinito e capacità di legame – l’etica si riduce a codice e la fede rischia di diventare disincarnata”.

Il Papa ha auspicato che in ogni diocesi vengano promossi “percorsi di educazione alla nonviolenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro. Ogni comunità diventi una casa della pace, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono”. La pace – ha detto con forza – “non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa”. Concludendo il Pontefice, ha indicato, come “coordinate attraverso cui potrete essere Chiesa che incarna il Vangelo” l’annuncio, la pace, la dignità umana e il dialogo ed ha auspicato che “la sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire”. “Guardate al domani con serenità e non abbiate timore di scelte coraggiose!”, ha detto Leone XIV ai presuli italiani: “nessuno potrà impedirvi di stare vicino alla gente, di condividere la vita, di camminare con gli ultimi, di servire i poveri. Nessuno potrà impedirvi di annunciare il Vangelo, ed è il Vangelo che siamo inviati a portare, perché è di questo che tutti, noi per primi, abbiamo bisogno per vivere bene ed essere felici. Abbiate cura che i fedeli laici, nutriti della Parola di Dio e formati nella dottrina sociale della Chiesa, siano protagonisti dell’evangelizzazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, negli ambienti sociali e culturali, nell’economia, nella politica”. (17 GIU - Leo)

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