Intervistato nella serata di ieri dall'emittente pubblica Kan, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato la campagna militare contro l’Iran (che “era in preparazione da molti mesi”) è “in anticipo sui tempi” avendo superato le aspettative della vigilia. Annunciando una serie di “ulteriori futuri successi”, il premier ha affermato che lo Stato ebraico ha distrutto almeno la metà dei lanciatori missilistici nemici, eliminato importanti leader militari, prendendo di mira anche le forze paramilitari. Le forze armate colpiranno tutti i siti nucleari iraniani, tra cui l'impianto nucleare di Fordow, fortemente fortificato. Alla domanda se Israele possa distruggere questo, sotterraneo in profondità, senza l'aiuto degli Stati Uniti, Netanyahu ha risposto: “Raggiungeremo tutti i nostri obiettivi e colpiremo tutti i loro impianti nucleari. Abbiamo la capacità di farlo”. Fordo è sepolta sotto una montagna ed è ampiamente considerata fuori dalla portata di tutti, fatta eccezione per le bombe “bunker-buster” americane.
Il capo del governo israeliano ha inoltre ribadito per l’ennesima volta che l’opzione militare è scattata allorché è diventato chiaro che Teheran “stava correndo verso una capacità nucleare”. Netanyahu non ha specificato se l’eliminazione della Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khameini, sia sul tavolo. Ha ribadito la sua posizione secondo cui il cambio di regime spetta “solo al popolo iraniano”, ma ha aggiunto: “Stiamo anche colpendo obiettivi governativi, simboli del regime. L'avete visto: l'emittente televisiva e altri similari. E c'è molto altro in tal senso in arrivo”. “Stiamo facendo tutto il necessario, e ce ne sarà ancora molto”, ha continuato il premier, affermando che Israele sta prendendo di mira anche la milizia paramilitare Basij del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, di cui fanno parte un milione di adepti, nota per la repressione del dissenso in Iran.
I Basij (parola che vuol dire in farsi “mobilitazione”) sono composti principalmente da volontari e vengono impiegati per la sicurezza interna, il mantenimento del regime e la repressione del dissenso. Khamenei ha schierato l'IRGC e la milizia Basij per sedare le proteste nazionali nel 1999, 2009 e 2022. Attualmente questo “corpo” serve come forza ausiliaria impegnata in attività quali la tutela dell'ordine pubblico in momenti di emergenza, oppure ad assicurare il servizio sociale, a organizzare le cerimonie religiose pubbliche, a compiti di polizia incaricata di vegliare sulla “morale islamica” e ad ostacolare le attività dei dissidenti del regime religioso iraniano. Ha una sua sede nella maggior parte delle principali città dell'Iran. (20 GIU - deg)
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