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Identità Oltre Confine: inaugurata la prima tappa della mostra itinerante promossa dalla Farnesina

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Identità Oltre Confine: inaugurata la prima tappa della mostra itinerante promossa dalla Farnesina

È stata inaugurata il 19 giugno a Berlino la prima tappa del progetto espositivo Identità Oltre Confine, la grande mostra itinerante promossa dalla Farnesina per festeggiare i 25 anni della sua Collezione d’arte contemporanea, che raccoglie opere di tutto rilievo dell’arte italiana dagli anni Cinquanta ad oggi. La mostra, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, sarà visitabile fino al 21 luglio all’Istituto italiano di cultura. La scelta di Berlino come sede della mostra non è casuale: la capitale tedesca è stata selezionata dalla curatrice per il suo ruolo cruciale nella storia e nella cultura europea. Simbolo dei profondi processi di trasformazione che hanno attraversato il continente negli ultimi quarant’anni, Berlino rappresenta nel progetto un luogo emblematico per riflettere su come l’arte possa offrire uno sguardo critico e consapevole sui cambiamenti avvenuti dopo la caduta del Muro e le successive trasformazioni sociali. La mostra rappresenta un dialogo intergenerazionale, un confronto tra visioni artistiche e sensibilità appartenenti a generazioni diverse, ma accomunate dalla necessità di sovvertire le regole del dominio e immaginare nuovi linguaggi di resistenza e coesistenza. La mostra si apre con l’opera Fibonacci (1975) di Mario Merz, simbolo di un superamento dei confini identitari e di una visione globale e interculturale. Il percorso espositivo continua attraverso opere che si articolano lungo le tre tematiche principali della mostra, Radici di resistenza - Ecologie instabili - Geografie del distacco creando connessioni trasversali e aprendo spazi di riflessione condivisa tra linguaggi, generazioni e prospettive differenti con opere di Tomaso Binga, Maria Lai, Carla Accardi, Gea Casolaro, Agnese Purgatorio, Marta Roberti, Paola Gandolfi e tanti altri. Per ogni sede che ospiterà la mostra verrà selezionata una poesia visiva diversa dell’artista Tomaso Binga che sarà adattata agli spazi del luogo. Per la mostra di Berlino è stata scelta l’opera poetica “Natura Morta”, (1978) per il riferimento a “Monaco di Baviera”, dove l’elemento geografico diventa un simbolo storico e politico della divisione. La barriera si fa confine naturale, ma questa “natura” è ormai contaminata e il suo esito finale è la “morte”. Nel linguaggio, corpo e politica si fondono per denunciare le strutture di potere.


(© 9Colonne - citare la fonte)