Metodo, montagna e tempo. Da questo equilibrio perfetto nascono le riserve Trentodoc, che, per disciplinare, devono affinare sui lieviti per almeno 36 mesi, periodo che le cantine prolungano anche fino a dieci anni, a tutto vantaggio del prodotto finale. Di questo si è parlato durante la degustazione condotta, nella prestigiosa cornice di Palazzo Roccabruna, da Simone Loguercio e Stefano Berzi, rispettivamente migliori sommelier d'Italia dell'Associazione italiana sommelier nel 2018 e nel 2021.
I due esperti hanno sottolineato come il lungo affinamento conferisca al vino eleganza e un bouquet complesso e inconfondibile, frutto non solo dell’attesa, ma anche di un territorio straordinario. Il Trentino, infatti, con le sue forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e il territorio per il 70 per cento oltre i mille metri, permette una viticoltura unica in cui le uve maturano preservando la giusta acidità, miglior garanzia per la capacità di evoluzione e resistenza nel tempo.
Una delle particolarità delle riserve, inoltre, è il fatto che possono essere prodotte solo con condizioni climatiche ideali e un’attenta visione produttiva, fattori che ne sottolineano l’eccezionalità e le rendono vini identitari della case spumantistiche produttrici.
Gli ospiti hanno così avuto l’occasione di degustare sei Riserve Trentodoc, capaci non solo di raccontare l’annoso lavoro di produzione, ma anche il territorio attraverso il loro particolare bouquet.
Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato dall’Istituto Trento Doc con Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera e il contributo attivo della filiera dell’accoglienza. Il programma del festival è consultabile su www.trentodocfestival.it e sull’app ufficiale Trentodoc.
(red)
FOTo DANIELE MOSNA
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