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Indice di Esclusione, Zamboi (Eurispes): strumento per misurare disuguaglianze e guidare politiche

Roma, 15 ott – “L'indice di esclusione nasce dall'idea di monitorare quanto i diritti costituzionalmente garantiti siano effettivamente fruibili nella quotidianità dei cittadini. Attraverso i suoi sette ambiti, si configura come uno strumento per i decisori politici, per andare a individuare dove sono i maggiori squilibri e le maggiori disuguaglianze e per prendere poi decisioni politiche capaci di andare a colmare quelle che sono le disparità sul territorio italiano”. Lo ha ricordato la coordinatrice della ricerca Eurispes, Mariarosaria Zamboi, a margine del convegno di presentazione dello studio “Indice di Esclusione: la misura delle diseguaglianze nei territori”, svoltosi oggi a Roma nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, presso il Senato della Repubblica. “Dall'indice emerge il Mezzogiorno come sistematicamente penalizzato in tutti gli ambiti esaminati, ma ci sono alcune criticità specifiche che è importante monitorare e tenere sotto controllo”, ha proseguito la ricercatrice. “Ad esempio, il Trentino-Alto Adige, che emerge quasi sempre come eccellenza sia negli indicatori che negli ambiti analizzati, mostra criticità per quanto riguarda l'inclusione delle donne e la disparità di genere. Infatti, la Regione presenta un elevato differenziale nell'occupazione delle donne con figli rispetto a quelle senza figli in età prescolare, un divario salariale più alto di tutto il Paese e l'imprenditoria femminile al minimo nazionale. Inoltre, è la Regione dove è più alto il differenziale fra i laureati in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche di sesso maschile rispetto a quelli di sesso femminile”. (lug)

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