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direttore Paolo Pagliaro

BOMBA DISTRUGGE
L’AUTO DI RANUCCI

BOMBA DISTRUGGE <BR> L’AUTO DI RANUCCI

Un “boato tremendo” alle 22.17 e una notte che rappresenta un “salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l'anno scorso erano stati trovati dei proiettili”. Sono le parole del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci dopo aver presentato denuncia agli uffici della Compagnia Carabinieri Trionfale di via Teulada, in seguito all’esplosione che ha distrutto la sua automobile parcheggiata davanti casa. Il fatto è avvenuto a Campo Ascolano, nel comune di Pomezia. Ranucci ha dichiarato di aver ricostruito con i carabinieri quanto successo ieri sera, specificando di sentirsi tranquillo, “nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi”. Il giornalista ha confermato il rafforzamento del livello di protezione che lo riguarda, con il passaggio alla macchina blindata, come annunciato anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Secondo le prime ricostruzioni, l’ordigno con circa un chilo di esplosivo era stato posizionato tra due vasi esterni, vicino all’automobile del conduttore, presumibilmente con la miccia accesa e, quindi, non azionato a distanza o con un timer. È quanto accertato dagli investigatori intervenuti dopo l'esplosione. Per quanto riguarda i residui, sono stati sequestrati e verranno sottoposti ad accertamenti. Gli inquirenti, inoltre, stanno cercando eventuali telecamere che possano aiutare a ricostruire la dinamica e a riconoscere i responsabili. La notizia è stata data stamattina sul profilo X della trasmissione Report, che nel post ha scritto: “Questa notte un ordigno è stato piazzato sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. L'auto è saltata in aria, danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato avvisato il Prefetto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”. Solidarietà dai giornalisti: Fnsi, Usigrai e Stampa Romana hanno organizzato per oggi alle 16 un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada. L’obiettivo è ricordare, ancora una volta, che per i giornalisti italiani la libertà di informazione è inviolabile.

LE REAZIONI. Una solidarietà che ha coinvolto alte cariche dello Stato, partiti, intellettuali e associazioni. L’Italia, infatti, si è unita nel sostegno al giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da quanto si apprende, ha fatto pervenire a Ranucci la sua solidarietà, esprimendo “severa condanna” per il grave gesto intimidatorio di cui è stato oggetto. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, poi, ha espresso “piena solidarietà” e “la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l'indipendenza dell'informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”. Il sostegno è arrivato anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha parlato di “gravissimo atto intimidatorio” e di “una vicenda davvero inquietante”, e dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, il quale ha sottolineato che “la libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia che deve essere sempre difeso e tutelato”. “Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione”, ha fatto sapere il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Per il ministro della giustizia Carlo Nordio, intervistato da SkyTg24, “l’attentato a un giornalista è un attentato allo Stato al 100%”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, ha espresso la “piena condanna verso il grave atto di violenza”. La vicenda ha fatto attivare anche i partiti di opposizione. Un messaggio di solidarietà, infatti, è arrivato dalla segretaria del Pd Elly Schlein: “È un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d'inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d'inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato”. Un pensiero, su X, è arrivato dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “La bomba - ha affermato - è un attacco a tutti noi. Dobbiamo far sentire tutta la nostra vicinanza a un giornalista che combatte ogni giorno per difendere centimetro dopo centimetro la sua libertà nel servizio pubblico. È stato ripetutamente delegittimato, deriso e sbeffeggiato dalla politica, anche dentro le istituzioni, anche in occasioni ufficiali. Merita tutta la nostra convinta difesa. Perché in gioco e in pericolo non è solo lui ma il diritto di informare e fare seriamente inchieste senza padroni”. Le conseguenze in Parlamento non si sono fatte attendere. In una nota congiunta firmata da tutti i capigruppo delle forze di opposizione nella Commissione parlamentare di vigilanza Rai, è stato dichiarato di ritenere “necessario che la Commissione di vigilanza convochi al più presto in audizione Sigfrido Ranucci, affinché si possa fare piena luce su quanto accaduto e garantire il massimo sostegno istituzionale a chi svolge con coraggio e professionalità il proprio lavoro di inchiesta”. I componenti dem della Commissione Antimafia - Walter Verini, Debora Serracchiani, Enza Rando, Giuseppe Provenzano, Valentina Ghio, Anthony Barbagallo, Franco Mirabelli, Valeria Valente - hanno inoltre inviato una lettera al presidente della Commissione per chiedere una rapida audizione del giornalista.

Solidarietà anche dal mondo dei sindacati. “Esprimo a nome di tutta la Cgil la piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia - ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini - condanniamo questo gravissimo atto che mira a colpire la libertà di informazione, uno dei pilastri della nostra democrazia. Sia fatta luce su quanto accaduto e vengano presi gli adeguati provvedimenti da parte delle istituzioni”. E ancora Roberto Saviano, che ha commentato la vicenda su Instagram: “Questi atti sono partoriti sempre dopo campagne di fango - ha osservato - la delegittimazione - che è cosa ben diversa dalla critica - mira ad attaccare non le idee o il lavoro, ma la persona. E quando si trasforma qualcuno in un bersaglio pubblico prima o poi qualcuno penserà di poter colpire anche fuori dallo schermo”. La Giunta esecutiva centrale dell’Anm ha dichiarato che “c’è viva preoccupazione per quanto successo: un gesto profondamente inquietante perché quando si attacca un giornalista si attacca la democrazia”. Per l’associazione Libera, “chi prova a zittire una voce libera attacca il cuore stesso della democrazia. Perché colpire un giornalista è colpire il diritto alla verità e alla giustizia. È tentare di intimidire chi, con professionalità e coraggio, illumina le zone d’ombra del potere e racconta ciò che altri vorrebbero tenere nascosto”.

Duro il commento del presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli: “L'autobomba fatta esplodere sotto la casa di Sigfrido Ranucci rappresenta un inquietante salto di qualità degli attacchi contro il giornalismo d'inchiesta e la libertà di informazione. A lui, alla sua famiglia, alla redazione di Report va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Siamo certi che saranno rafforzate le misure di protezione: c'è una parte delle istituzioni che protegge il giornalismo, mentre un'altra fomenta irresponsabilmente l'odio. C'è un attacco concentrico all'autonomia dei giornalisti e il ritorno delle bombe ci riporta ad anni bui della storia italiana. Dopo gli insulti, le accuse di faziosità, le campagne di diffamazione, le aggressioni in piazza, adesso si alza il tiro: come ai tempi di Cosa Nostra, come ai tempi delle Brigate Rosse. Chi non china la testa viene colpito. Il Consiglio nazionale dell'Ordine intraprenderà ogni azione per denunciare minacce, violenze e intimidazioni e per contrastare questo clima di caccia al giornalismo che rischia di riportarci agli anni più bui della Repubblica”. In una nota, inoltre, “il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai esprimono massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respingono con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico. Non saranno certo le intimidazioni - che condanniamo in qualunque forma si presentino - a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo”. (17 OTT - gci)

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