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Olio, successo per l’iniziativa Ice-Unaprol negli Usa

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Olio, successo per l’iniziativa Ice-Unaprol negli Usa

(2 mag) Successo per l’iniziativa dedicata all’olio d’oliva made in Italy a New York. Trenta giornalisti e buyer selezionati dall’Agenzia Ice locale, nell’ambito dell’intesa operativa siglata con Unaprol si sono cimentati in una prova di assaggio e di degustazione guidata di oli extra vergini di oliva, espressione della migliore produzione firmata dagli olivicoltori italiani. Oltre agli oli a marchio Foi, buyer e stampa specializzata si sono cimentati in una degustazione guidata di profili sensoriali diversi con gli oli di Redoro Frantoi Veneti di Grezzana (Vr), Società agricola Trevi il Frantoio di Trevi (Pg), Oleificio Guglielmi di Andria (Bat), Oleificio Cooperativo Paladino di Palo del Colle (Ba), presentati da un testimonial d’eccezione Fred Plotikn, autore, giornalista e scrittore del New York Times. L’evento, preceduto da un seminario sull’evoluzione del mercato mondiale dell’olio di oliva, è stato realizzato presso la sede della Speciality Food Association, al 136 di Madison Avenue, organizzatrice del Fancy Food. (Red)


SCHEDA / I DATI DELL’OLIO MADE IN ITALY

Nel 2012 l’Italia ha esportato negli Usa 133 mila tonnellate di oli vergini di oliva per un valore di 403 milioni di euro su un totale di circa 1,3 miliardi di euro di export in tutto il mondo. Vale a dire che un terzo di tutto l’export di olio extra vergine di oliva targato made in Italy vola verso gli Usa che restano il primo mercato di riferimento per il nostro olio made in Italy. Sempre nel 2012 l’export è cresciuto del 5,3% in quantità e del 4% in valore. Un segnale importante perché registra una ripresa degli scambi ed una inversione di tendenza in tempi di crisi. Ma se gli Stati Uniti sono il primo mercato di riferimento per il nostro prodotto, lo sono anche per il mercato del falso made in Italy agroalimentare che vale oltre 4 miliardi di dollari. L’olio extra vergine di oliva resta uno dei prodotti più identitari del made in Italy negli Stati Uniti dove ha conquistato la sua popolarità a partire dagli anni '80. La sua diffusione, anche se il consumo totale sfiora appena il 2% del totale di tutti i grassi vegetali, è in aumento perché viene percepito dal consumatore statunitense come un prodotto della salute in linea con i nuovi stili di vita.

(© 9Colonne - citare la fonte)